Tumore utero, test per 390mila donne. A Varese nuovo programma di screening

Il laboratorio di Asst Sette Laghi di riferimento per il programma di screening

VARESE – Ats Insubria ha presentato il nuovo programma di screening per il tumore della cervice uterina, che ha preso il via a gennaio 2022 come da indicazioni regionali. Un’attività ampliata rispetto al passato, e che si pone l’obiettivo di raggiungere sempre più donne per ridurre l’incidenza e la mortalità della malattia. Nell’arco di 5 anni la popolazione target a cui ci si rivolgerà nelle province di Varese e Como è di quasi 400mila donne, con la possibilità di sottoporsi al Pap test e all’Hpv test.

Il programma

Il programma di screening consiste nell’offerta attiva alle donne candidate di un test di primo livello: il Pap test da ripetersi ogni 3 anni per le donne di età 25-29 anni non vaccinate o non completamente vaccinate per Hpv in età adolescenziale; l’Hpv Dna test da ripetersi ogni 5 anni per le donne di età 30-64 anni indipendentemente dallo stato vaccinale. Le giovani donne già vaccinate precedentemente per Hpv saranno invitate per la prima volta allo screening con l’Hiv Dna test ogni 5 anni a partire dai 30 anni d’età. L’esame di secondo livello, nei casi confermati positivi al test di primo livello, è rappresentato dalla colposcopia che sarà garantita, con percorso dedicato, in ambito ospedaliero. Partecipano al programma i consultori familiari delle Asst territoriali e gli ambulatori ginecologici ospedalieri. I reparti ospedalieri di ginecologia garantiscono inoltre le colposcopie di secondo livello. Tutti i prelievi di primo livello sono conferiti al laboratorio di anatomia patologica di Asst Sette Laghi di riferimento per l’intero territorio di Ats che opera in rete con i centri erogatori territoriali e con l’Unità di Screening di Ats Insubria.

Prevenzione primaria e secondaria

Il tumore della cervice uterina riguarda circa 51mila donne in Italia, e l’infezione da papillomavirus umano (Hpv) è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi. Si stima che l’Hpv-Hr sia responsabile di quasi il 100% dei tumori della cervice uterina. La prevenzione primaria avviene attraverso la vaccinazione anti-Hpv, in grado di prevenire le infezioni da Hpv e di conseguenza l’evoluzione a lesioni precancerose. La prevenzione secondaria consiste nello screening attraverso due test: il Pap test e il test Hpv. Il nuovo programma di screening avviato sul territorio si propone di ridurre l’incidenza e la mortalità e prevede equità di accesso e gratuità anche degli approfondimenti. «Lo screening non è un test spot, è un impegno che Ats si prende verso i cittadini – ha detto il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso – con il nuovo programma si passa da uno screening spontaneo a uno screening organizzato ed esteso, con due tipi di test in base a età e status vaccinale».

Quasi 400mila donne da raggiungere

L’obiettivo del programma è quello di raggiungere una popolazione target di 390.300 donne tra i 25 e i 64 anni in 5 anni sul territorio di competenza dell’Ats (province di Varese e Como). Ogni anno si prevede di chiamare circa 80mila donne, ovvero il 20% del target. L’attività ha già preso il via con l’inizio del 2022: nel primo trimestre, dal 24 gennaio al 9 marzo, sono state invitate circa 9.700 donne. Per il Pap test c’è stata un’adesione del 26% su un totale di 3.800 donne invitate, mentre per l’Hpv Dna test c’è stata un’adesione del 32% su 5.900 donne invitate. «È un valore che per essere agli inizi noi giudichiamo un buon punto di partenza», commenta Gemma Gola, dirigente screening oncologico di Ats Insubria. Per l’anno 2022 il Pap test verrà rivolto nella fase di avvio alle 26-27enni e in una fase successiva alle 25enni non vaccinate, mentre l’Hiv test è dedicato in una prima fase alle 64enni e 39enni e successivamente alla classe 34-38 anni.

Come funziona lo screening

«Il programma di screening – aggiunge la dottoressa Gola – è un grosso sforzo distribuito su tutto il territorio delle due province, con le donne che vengono chiamate il più possibile vicino al proprio domicilio». Le attività avvengono nei consultori distribuiti sul territorio (nella foto), che accettano le donne che ricevono la lettera con un appuntamento prefissato. Il consultorio esegue il prelievo e lo conferisce al laboratorio centrale di riferimento, che è uno solo e si trova presso l’Asst Sette Laghi. Il secondo livello è rappresentato invece dagli ambulatori di ginecologia, dove avvengono gli esami di approfondimento.

L’offerta

Il Piano nazionale prevenzione vaccinale prevede un’offerta attiva e gratuita per maschi e femmine di 11 anni. «Alcuni genotipi oncogeni di papilloma virus – osserva Annalisa Donadini, direttore servizio di medicina preventiva nelle comunità di Ats Insubria – sono in grado di dare anche altre neoplasie oltre alla cervice uterina, che possono colpire anche i maschi». La Regione Lombardia ha previsto di estendere il vaccino anche alle donne di 25 anni che non sono già state vaccinate. L’offerta gratuita è anche per alcuni soggetti a rischio, mentre è prevista un’offerta a costo agevolato su richiesta da parte di donne e uomini fino a 45 anni che nn hanno fattori di rischio. Ad oggi sul territorio circa il 62% delle donne di 25 anni ha ricevuto la vaccinazione, mentre tra gli adolescenti c’è uno scostamento tra chi ha effettuato solo la prima dose e chi ha completato il ciclo.

I primi dati del laboratorio

Fausto Sessa, direttore anatomia e istologia patologica di Asst Sette Laghi, ha illustrato l’attività del laboratorio che è stato allestito presso l’azienda varesina proprio per questo servizio. Nei primi due mesi di attività sono giunti in laboratorio 4250 campioni, con un totale di 107 donne inviate alla colposcopia. Si tratta di donne che non avevano mai effettuato esami citologici o di altro genere: un dato significativo dunque in termini di prevenzione. Asst Sette Laghi ha messo a disposizione diversi sedi sul territorio per l’attività dei test: oltre a Varese anche Sesto Calende, Laveno Mombello, Arcisate, Malnate, Tradate, Gazzada Schianno e Azzate. «Settimanalmente abbiamo reso disponibili 235 slot, dando il 10% di posti in più rispetto a quanto era stato richiesto – ha spiegato la dottoressa Laura Della Vecchia – l’adesione è stata importante. ad oggi su 2115 slot la saturazione è stata dell’80%. Per lo screening di secondo livello oltre all’Ospedale Del Ponte anche Angera, Cittiglio e Tradate settimanalmente hanno dato una disponibilità di 8 slot riservati».