Una vita straordinaria al Varese Summer Festival. Drusilla Foer conquista i Giardini

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Loris Di Leo, Drusilla Foer e Nico Gori

VARESE – «Che posto meraviglioso, dopo un anno di televisione sono contenta di tornare a teatro!», ha esultato Drusilla Foer non appena giunta sul palco allestito ai Giardini Estensi per il Varese Summer Festival, inaugurato nella serata di ieri, mercoledì 19 luglio, e premiato dall’ampia affluenza di un pubblico in maggioranza femminile. In scena “Eleganzissima”, spettacolo dedicato alla vita straordinaria dell’ironico personaggio en travesti creato da Gianluca Gori, che ha subito chiesto se fosse possibile ripetere il suo ingresso in scena: «È stato rovinato, lo rifacciamo con una cosa un po’ cafona come quando i cantanti salutano il pubblico chiamandolo con il nome della località?».

Tango, cioccolato fondente e abiti usati

«Come mi sta simpatica la volgarità», ha esclamato Drusilla, accolta dal boato di grida e applausi di «Varese». Dopo essere salita sul pianoforte di Loris Di Leo e aver fronteggiato la chiamata della governante Ornella al cellulare (più tardi anche quella di Dianora) ha ripercorso aneddoti e incontri del suo passato partendo dal primo con il maestro stesso – «aveva la faccia di chi trova le ganasce alla macchina dopo essere uscito dagli uffici di Equitalia» – per passare al tango dei genitori spiati da dietro le tende quando era bambina a L’Avana, l’attrazione per il cioccolato fondente e come conquistava la clientela del negozio di abiti usati che gestiva a New York: «Gli americani sono nazionalisti ma crollano di fronte al Volo, a Puccini e al pane con l’olio. Scoprii poi che il nome “Second Hand Dru” sull’insegna significava “donnaccia di seconda mano”: non me la sono sentita di smentire”».

“I will survive” di Gloria Gaynor in versione voce e piano

Ad accompagnare il racconto delle gesta di Drusilla il suo cocktail preferito – «Un po’ d’acqua mi calma, ma un gin tonic è sicuramente migliore» – e tanta musica con, oltre a Di Leo, i maestri Nico Gori, al sax e clarinetto, e Franco “Mr Jingle” Godi, alla chitarra. Tra i pezzi cantati dalla conduttrice di Sanremo una “I will survive” di Gloria Gaynor in versione voce e piano, “Purple rain” di Prince introdotta dall’“accordo “Di Leo” funzionale anche a “Bella senz’anima” di Riccardo Cocciante, “Yesterday” dei Beatles e “Ti amo” di Umberto Tozzi; poi ancora “C’è tempo” di Ivano Fossati, “Joana Francesa” di Chico Buarque e “Love is a losing game” di Amy Winehouse. Senza dimenticare anticipazioni dell’album “Dru”: «“Il giorno ad urlapicchio” di Fosco Maraini, dal libro “Gnosi delle fanfole”, è una poesia che ho inserito nel mio primo disco, in uscita il 6 ottobre. Nei biglietti lasciati sulle sedie c’è un codicino per il pre-order: fatelo, sennò do fuoco a questo giardino».

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Drusilla Foer con Franco Godi

La canzone “Guerra”

“Dru”, «allegro, commovente» e «per quanto è datato e fuori dalla logica attuale, quasi un disco punk», racconta «l’amore in modo ruvido e sognante», con canzoni brasiliane e francesi. Ma Drusilla ha voluto soffermarsi anche su “Guerra” che, come dice il titolo del brano, parla di un tema importante: «È l’atteggiamento di sopraffazione della volontà, delle scelte e della vita dell’altro. Sentendo questa parola adesso ci viene in mente Putin che pigia un bottone. Ma pensiamo anche agli altri cretini attorno, perché era annunciata da un po’. Credo di averla fatta anch’io, sono poche le persone che possono dire di non di averla fatta. In ogni individuo dobbiamo togliere vita alla guerra – è stata perciò l’esortazione – perché siamo involucri pieni di ispirazione. La nostra unicità è una forza».

«Il teatro è chi ci va»

«Noi gente di teatro ringraziamo a fine tournée, questa è l’ultima volta che facciamo “Eleganzissima” e la conclusione sarà in Sicilia», ha annunciato Drusilla. «Si dice che gli artisti vivano per gli applausi, è vero, ma io amo anche di più questo», ha aggiunto interrompendosi con riferimento al silenzio della platea (tra i presenti c’era l’assessore Enzo Laforgia) in ascolto. «Ecco, è come una stanza senza spigoli carica di accoglimento, sentimento e fiducia. Vasi comunicanti dove scorre il sentimento: il teatro non è solo chi lo fa, ma soprattutto chi ci va. Solo la cultura ci può far diventare persone più civili e meno livide». Tra i vari ringraziamenti quelli all’ispirazione, al sorriso e al tempo, e a un amico comune, sempre con noi, a cui dare il valore che merita: «Non esiste il tempo perduto, è solo nascosto. E il passato ci rende ciò che siamo adesso. Il presente è il tempo di agire e pensare ora; quanto al futuro, è il tempo per apprendere – che auguro soprattutto ai nostri giovani – il rispetto verso noi stessi, con il quale non esisterebbero i pregiudizi».

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