In Valbossa mancano i medici di famiglia: le soluzioni di Regione e Ats Insubria

BODIO LOMNAGO – La carenza di medici di medicina generale è un problema attualmente molto sentito nell’area della Valbossa. In merito alla questione si è svolto un incontro tra il presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti, il sindaco di Bodio Lomnago Eleonora Paolelli e i vertici di Ats Insubria. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione immediata. «A breve ci saranno importanti novità», annuncia Monti.

Mancano i medici

In Valbossa il problema si è fatto concreto in seguito al recente pensionamento di alcuni medici di famiglia. «La carenza dei medici di medicina generale è uno degli effetti dei 37 miliardi di euro di tagli alla sanità pubblica perpetrati dai governi centrali nell’ultimo decennio – commenta Monti – siamo al lavoro per collocare i medici appena specializzati nelle zone più scoperte». Il consigliere leghista spiega poi quali sono le soluzioni immediate a cui si sta pensando. «Il primo risultato scaturirà dalla condivisione con l’accademia di formazione di scuola primaria di avvicinare due medici alla zona di Casale litta, Daverio, Crosio e Mornago. Questo permetterà di dare una risposta immediata a circa 1.500 cittadini della zona, che saliranno a 3.000 entro fine anno qualora anche il Ministero supportasse la proposta fatta da Regione Lombardia sull’aumento del massimale dei pazienti per i medici in formazione»

Le soluzioni al vaglio

«Sui comuni di Bodio, Inarzo, Cazzago Brabbia – continua Monti – si sta lavorando per richiedere l’autorizzazione ad una deroga che permetta di spostare i confini dell’ambito delle cure primarie. Così i cittadini della zona potranno trovare un medico più vicino, in attesa di portare un professionista stabilmente a Bodio Lomnago con la disponibilità del comune di mettere a disposizione uno spazio ambulatoriale nuovo. Per cercare di dare una risposta ai cittadini più anziani si sta lavorando anche per aprire un’interlocuzione con Ats, il Comune di Bodio Lomnago e i medici di base per avere uno sportello temporaneo un giorno a settimana dell’ambulatorio comunale e migliorando la digitalizzazione delle comunicazioni, come ad esempio la dematerializzazione delle ricette».

Le prospettive future

«In prospettiva, invece, gli effetti della recente legge di potenziamento della sanità lombarda porteranno un meccanismo più fluido sulla scelta e revoca – conclude Monti – si sta ragionando se includere nel distretto di Azzate anche i comuni di Inarzo, Bodio, Cazzago e Casale Litta, che afferiscono al piano di zona e quindi legato alle esigenze del sociale di Varese. Così manterremo inalterati i servizi sociali ma potenzieremo l’ambito sanitario territoriale. Ringrazio il sindaco Paolelli e i sindaci della zona per aver concretamente lavorato per sostenere la sanità territoriale e Ats per la pronta azione con il dottor Gutierrez e la dottoressa Della Rosa».