Varese, segnala le violenze subite al camper della polizia. Il compagno oggi è a processo

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VARESE – E’ il 29 novembre del 2019 quando una 45enne si avvicina al camper della Questura di Varese fermo in zona Iper per una delle molteplici campagne di informazione e sensibilizzazione che la polizia di Stato mette in campo contro la violenza sulle donne. L’occasione è proprio quella della giornata internazionale dedicata al tema.

Il pianto ascoltato

La 45enne riconosce le divise e si avvicina. La donna piange e racconta e dall’altra parte c’è chi la ascolta con attenzione. Racconta, 45enne, una storia di (purtroppo) ordinaria violenza. Tanto che gli agenti, comprendendo immediatamente la situazione, la invitano in Questura. In un luogo più protetto per approfondire la situazione. La donna a quell’appuntamento non si presenta. Lo farà qualche giorno dopo quando l’allora compagno le sfascia il telefono in un momento di rabbia. Non denuncia, ma viene sentita a sommarie informazioni. Dopo di lei alla Questura si rivolgerà anche il figlio spiegando agli inquirenti di essere molto preoccupato per le condizioni in cui si trova la madre vittima di un compagno violento.

Violenza fisica e psicologica

Basta per una perquisizione. E dai dispositivi, dai telefonini, emerge il quadro. Insulti, minacce alla donna “ti lascio in sedia a rotelle” e al figlio della donna. La vittima doveva tenere lo sguardo basso, vestirsi come ordinava il compagno, incontrare soltanto chi a lui andava bene. Il cellulare della vittima era controllato costantemente e l’uso dei social era limitatissimo. In un’occasione la 45enne sarebbe stata picchiata e il compagno è arrivato anche a minacciarla di divulgare video che riprendevano la coppia nell’intimità. In possesso dell’uomo è stato trovato anche materiale pedopornografico. Sul punto oggi l’imputato ha dichiarato di essere stato il primo, non sapendo da dove quelle immagini venissero, a denunciare tutto all’autorità giudiziaria.

Il 50enne è stato indagato, rinviato a giudizio e oggi affronta un processo in dibattimento per maltrattamenti. Tutto perché la 45enne ha visto quel camper e il suo pianto è stato ascoltato e capito.

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