Cantieri civici e sport a Varese. Il nodo Palaghiaccio. Il lamento delle associazioni

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VARESE – Lo sport a Varese tra il valore sociale dell’attività amatoriale, il futuro del Palaghiaccio e gli effetti del Covid. Di questo si è parlato nell’ultima serata dei Cantieri Civici Varesini, ciclo di incontri promossi da Varese 2.0 giunto al suo quarto appuntamento. «Riteniamo importante rimettere sotto i riflettori questa tematica che è troppo spesso dimenticata – ha detto Alessandro Goitan introducendo il confronto – la grande dinamica sociale di questo tema merita attenzione».

Lo sport è un valore

Una questione che ben conosce Marco Caccianiga, insegnante di educazione fisica che ha cresciuto generazioni di varesini. «Lo sport è un valore – ha detto – è la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola. Lo sport deve formare: l’attività motoria è fondamentale, noi uomini siamo nati per muoverci». Sul tema ha portato la sua esperienza anche Camilla Ferrario, istruttrice di vasca per l’associazione sportiva Happy Sport Team. «Lo sport è inclusivo – ha spiegato – un valore che si misura dalla capacità delle società sportive di saper coinvolgere chi le compone, dai soci alle famiglie. In questo la società che rappresento è sempre stata all’avanguardia, coinvolgendo persone di tutte le età, dai bambini più piccoli fino ai genitori».

Il nodo Palaghiaccio

Per le finalità delle associazioni sportive sono fondamentali le strutture: inevitabile dunque un riferimento alla situazione del Palaghiaccio, dove è partito il cantiere di ristrutturazione. Una situazione che coinvolge da vicino proprio Happy Sport Team, che gravita da anni intorno alla sede di via Albani. «Il progetto così come è stato fatto limiterà tantissimo le attività che venivano fatte nella parte piscina e nel parco esterno – ha osservato Ferrario – un altro aspetto che ci ha deluso è stata la questione della profondità della vasca, che è stata progettata escludendo di fatto la pallanuoto dal Palaghiaccio. Purtroppo il business che si pensa di ricavare dalla nuova struttura va contro quello che è lo sport per tutti. Col nuovo Palaghiaccio una grossa fetta di utenti non avrà più una casa».

Associazioni in difficoltà

Un altro appunto è stato mosso da Bruna Panella, ex insegnante di educazione fisica. «C’è anche il problema dell’altezza della vasca piccola. La vasca di 80 centimetri permetteva il nuoto didattico per i più piccoli, ma nel progetto è prevista di 125 centimetri: ciò di fatto toglie questa possibilità». Quindi la discussione si è spostata sul tema del Covid, per approfondire quali sono stati gli effetti della pandemia sullo sport varesino. Luca Talamona dell’associazione sportiva Kodokan ha introdotto in modo chiaro la questione. «Le associazioni sportive già a regime non fanno cassa, sono alla sopravvivenza dal punto di vista economico. Il loro è più un obiettivo sociale. Figuriamoci ora dopo un anno di fermo». Tra le realtà storiche di Varese che stanno vivendo un periodo di difficoltà c’è anche la Società Varesina Ginnastica e Scherma. Ne ha parlato l’istruttore Michele Forzinetti. «La nostra è una situazione comune a tante altre società – ha spiegato – al momento si possono allenare solo 80 persone su 420, ma le spese sono le stesse». Forzinetti ha lanciato una proposta: «Ci sono stati i buoni per le vacanze, per il monopattino, il cashback… perché non fare un buono per le attività sportive? Si potrebbe dare alle famiglie a settembre».

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