Varese, le società del Palaghiaccio: «Zero coinvolgimento e posti di lavoro a rischio»

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VARESE – «Sembra che tutti siano al corrente del progetto del nuovo Palaghiaccio di Varese tranne le associazioni che vivranno nel nuovo impianto». Così le associazioni del Palaghiaccio di Varese se la prendono con l’amministrazione Galimberti per non essere state coinvolte e ascoltate nello scorso consiglio comunale.

Facciamo squadra

Il Varese ghiaccio esordisce con il sottolineare che lo scopo della polemica non è politico o strumentale,  ma si fa portavoce delle società sportive e delle persone che amano le discipline del ghiaccio e a cui hanno dedicato la loro vita. «Chiediamo ai nostri rappresentanti di collaborare con noi per trovare una soluzione che ci permetta di vincere insieme questa partita, senza vincitori o vinti, come una vera squadra».

Pista sostitutiva

Dopo aver ringraziato la giunta Galimberti per aver deciso di riqualificare il PalAlbani, anche in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, le società ricordano di essere state le prime forze motrici di questo cambiamento. «E’ vero, abbiamo chiesto una riqualificazione, ma siamo sempre stati chiari e precisi nel porre le condizioni. Abbiamo sempre rimarcato che, per un’eventuale ristrutturazione, sarebbe stato necessario fornire alle associazioni una pista sostitutiva per permettere il continuamento dell’attività sportiva».

A rischio 60 famiglie

La gestione di questo piccolo dettaglio, però, non è stata inserita come clausola vincolante nel bando d’appalto, e ciò rischia di distruggere 7 società sportive, con circa 60 professionisti rimasti senza lavoro contando gli operatori del bar, chi gestiva la pista, gli istruttori e tutte quelle persone che gravitavano attorno al mondo dell’impianto in via Albani. «Non parliamo solo di numeri, ma di famiglie che devono arrivare a fine mese e, che al giorno d’oggi, non hanno ancora risposte certe».

Dobbiamo darci all’ippica?

Le società non sono ancora state invitate a un tavoli di negoziazione per i prezzi del ghiaccio nella nuova struttura e non conoscono la ditta appaltatrice. «Pare che chiunque sappia di più del progetto di noi. Speriamo vivamente che l’amministrazione non ci lasci a piedi per altri 14 mesi. Se non esisteranno più le società, almeno ci saranno tante ore ghiaccio per il pattinaggio pubblico. Dicono di darsi all’ippica in questi casi, fortuna che abbiamo di fianco a noi l’ippodromo», incalzano sarcasticamente.

Le osservazioni

E concludono ripensando all’intervento del primo cittadino, Davide Galimberti, alla commissione di mercoledì 24 marzo, facendo alcune precisazioni su 5 punti di vitale importanza.

  1. Siamo ben consci dei problemi che affliggono le altre realtà sportive a Varese, e ci dispiace, ma riteniamo che questo fattore non possa e non debba essere usato come scusante per non dare risposta alle nostre esigenze. Durante uno dei primi incontri consultivi, il Sindaco in persona ci ha detto che sarebbe stata una questione di estrema priorità trovare una soluzione alle nostre problematiche a seguito della chiusura anticipata del palaghiaccio, in quanto gli altri sport dispongono di diversi impianti sia in città che in provincia, ma per pattinare serve il ghiaccio, e non troviamo altre strutture se non spostandoci su Como e Milano. Ricordiamo forse male? Il nostro problema non può essere paragonato ai problemi delle altre realtà cittadine: l’emergenza sanitaria ha colpito tutti fortemente, ma in aggiunta noi ci troviamo da un anno a questa parte a dover andare in trasferta ogni giorno su impianti che con calore e compassione hanno accolto le nostre richieste in questo momento di difficoltà.

  2. La pandemia ha creato una situazione di estrema difficoltà per moltissime famiglie di Varese legate alle nostre discipline, ma proprio per questo motivo riteniamo che la possibilità di fare sport sia un aiuto importante per cercare di non far ricordare loro questo periodo solo per la didattica a distanza e le videochiamate con gli amici. Serve normalità, senza dimenticare che un genitore non dovrebbe mai trovarsi costretto a far scegliere al proprio figlio un altro sport perché è stata improvvisamente tolta la possibilità di continuare con l’attività scelta. Stiamo cercando in tutti i modi di tenere accesa la speranza, ma ci sembra di uscire dopo ogni incontro sempre più demoralizzati.

  3. Durante lo scorso anno, più volte il sindaco ha ribadito che la chiusura anticipata del palaghiaccio aveva colto l’amministrazione impreparata, ma che si sarebbe preso carico delle nostre esigenze e che i fondi per una pista provvisoria erano già stati messi a bilancio per installarla a settembre 2021. Perché ci ritroviamo a discutere ancora su queste cose? Capiamo i problemi relativi all’emergenza sanitaria, ma non sarebbe più facile dire esplicitamente davanti a tutta la cittadinanza che non ci sono soldi? A noi è stato insegnato che non bisogna fare promesse se non si è sicuri di poterle mantenere, ma qui forse qualcuno ha promesso troppe cose senza avere la sicurezza di poterle portare a termine. Ci ritroviamo dunque a fine marzo 2021 nella stessa situazione di mesi fa, con la differenza che siamo stanchi di essere presi in giro come se fossimo gli ultimi arrivati alla festa.

  4. Si è parlato di una borsa di studio per gli spostamenti dei ragazzi residenti nel comune di Varese. Questo non ci sembra assolutamente corretto. Come il sindaco stesso ha affermato, il palaghiaccio è una realtà che coinvolge atleti da tutta la provincia, la maggior parte dei quali proviene da comuni limitrofi. Sarebbero pochi i ragazzi che potrebbero usufruire di questa possibilità, senza contare il fatto che non ci sembra giusto classificare gli atleti in “meritevoli” e non. Tutti, e ribadiamo tutti (associazioni e famiglie), stiamo facendo immensi sacrifici per portare avanti la storia degli sport del ghiaccio. Ci è stato chiesto di fare ulteriori sacrifici. Ebbene, saremo contenti di farli, come siamo certi che l’amministrazione vorrà aprire un tavolo di dialogo e intesa con le società per rivedere i termini di questa proposta e proporre dei contributi alle società per pagare le ore ghiaccio. Se ci sono i soldi per le borse di studio, perché non investirli nei fondi delle associazioni in modo che siano loro stesse a diminuire le quote in modo equo per tutti gli iscritti? Siamo sicuri che il Sindaco appoggerà volentieri la nostra istanza e ci convocherà entro la metà di Aprile per discutere la questione nel dettaglio. Inoltre, vorremmo ribadire che, a differenza degli altri sport, i nostri ragazzi comunque non potrebbero praticare le discipline del ghiaccio a Varese. Non è così scontato che un aiuto economico risolva i problemi, soprattutto quando sono i genitori a dover rinunciare a ore di lavoro prezioso per le trasferte (per un’ora di allenamento se ne perdono almeno 4). A questo punto, in mancanza di una pista provvisoria, le nostre uniche opzioni sono una nevicata con relativa gelata sulle strade di Varese o il teletrasporto. Forse sulla seconda opzione ci possiamo lavorare, risulta più fattibile che avere ghiaccio a Varese dopo mesi di gridi d’aiuto.

  5. La pista 40×20 non è una soluzione. Su questo siamo tassativi, non soddisfa le nostre esigenze e sarebbe sfruttata al 20% delle sue capacità. Un investimento buttato via, in quanto comunque le associazioni con l’agonismo dovrebbero spostarsi su altri impianti (pista da 60×30) e questa soluzione accoglierebbe solo i corsi di avviamento, che potrebbero al massimo occupare due ore al giorno. Se come ha detto il sindaco ci fosse la possibilità di avere una pista 40×20 a costo zero per il comune, perché non investire e aggiungere fondi comunali per una pista regolamentare in partnership con il privato? Al Sindaco pare che stiano molto a cuore le Olimpiadi del 2026, questa ci sembra la giusta occasione per mostrare interesse verso il nostro mondo e darci finalmente una risposta. Se non ci sono fondi chiediamo gentilmente di saperlo in modo chiaro e netto, dato che non siamo ancora in possesso della sfera di cristallo.

Varese, lettera aperta delle società del Palaghiaccio: «Niente risposte concrete»

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