Varese, il titolare del chiosco di piazza Repubblica denuncia: «Negati tavolini»

chiosco piazza repubblica

VARESE – Una richiesta di occupazione di suolo pubblico è stata negata ad un esercente di Varese. A denunciarlo è lo stesso titolare, proprietario del chiosco di piazza Repubblica situato nei pressi dell’ingresso del centro commerciale. La richiesta ha ricevuto un diniego in quanto l’area è stata individuata come “mercatale”. L’esercente chiede la possibilità di ripensare la decisione.

Richiesta negata

Per Massimo Longo, proprietario del chiosco di piazza Repubblica che funge da edicola e servizio caffè, quello di oggi, lunedì 16 agosto, è stato un rientro tutt’altro che piacevole dopo il Ferragosto. «Stamattina ho visto la risposta giunta dal Comune – spiega – avevo chiesto la possibilità di posizionare tre tavolini minuscoli dove non faremmo servizio al tavolo, ma solo per dare la possibilità alle persone che prendono il caffè di sedersi». La risposta giunta da Palazzo Estense è stata negativa: la richiesta ha ottenuto un diniego in quanto l’area in questione è stata individuata come “mercatale” e quindi risulta non concedibile.

La posizione dei tavolini

Longo contesta il fatto di aver ricevuto una risposta negativa senza aver avuto la possibilità di confrontarsi sulla posizione dei tavolini. «Non mi sembrava di chiedere la luna, e si poteva discutere su come e dove posizionarli, se ne potevano anche mettere due invece di tre». Secondo Longo inoltre il punto individuato per il posizionamento dei tavolini come da documentazione allegata alla sua richiesta non si troverebbe in area mercatale. «La zona di mercato – dice – inizia un metro e mezzo dopo il chiosco». Longo auspica che la decisione possa essere ripensata, studiando insieme la posizione ideale per i tavolini.

chiosco piazza repubblica

Amarezza per la decisione

L’esercente fa inoltre notare come all’interno del mercato alcune attività abbiano a disposizione spazi per tavolini e sedie. «Non capisco perché loro possono averli e io no». Infine dalle sue parole traspare un po’ di amarezza. «Non dare la possibilità di mettere tre tavolini dopo che siamo stati chiusi per un anno è una situazione anomala. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma se non ti lasciano lavorare e se credono di risolvere i problemi con il reddito di cittadinanza… dove andremo a finire?»