“Inverno” torna al Miv, Mattana: «In progetto tre horror ambientati a Varese»

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Emanuele Mattana

VARESE – «La serata della prima proiezione ufficiale di “Inverno” è stata premiata dalla partecipazione di oltre duecentocinquanta persone nel pubblico: un riscontro che ha ripagato di tutti gli sforzi me e il mio Cast & Crew. È stato anche molto emozionante l’applauso spontaneo che è scoppiato per la recitazione dei protagonisti in una particolare scena». Come ha spiegato Emanuele Mattana, regista di Cuveglio, la sala colma e le numerose richieste – «anche sui social e in Rete sono stati in tanti a complimentarsi» – hanno fatto sì che all’horror interamente girato in provincia di Varese il Multisala Impero dedicasse un altro appuntamento, con prevendite già aperte, che sarà martedì 6 febbraio alle 20.45.

Festival, streaming e Halloween in Toscana

“Inverno”, opera che omaggia il cinema di genere e vuole sensibilizzare sul tema complesso e delicato della malattia, sarà presentato da Thomas Incontri, giornalista e direttore artistico del Miv: «Non sono esclusi altri eventi mirati con la proiezione del film – ha fatto sapere Mattana – a maggior ragione per poter parlare di una patologia come l’Alzheimer, e aiutare la raccolta fondi per enti e associazioni che se ne occupano. Ora sto valutando quali siano i festival più interessanti in cui potrò proporlo e sono in trattativa con diverse realtà – per capire a chi sarà meglio appoggiarmi per gli aspetti burocratici – per una distribuzione in streaming; l’horror sbarcherà poi in alcune sale della Toscana nei giorni intorno a Halloween».

Il sequel, e non solo: paranormale e spaghetti western

Il regista ha fornito aggiornamenti riguardo ai progetti in cantiere: «Sto lavorando alla stesura di tre diversi soggetti: si tratta del seguito di “Inverno”, di un horror paranormale e un altro horror dalle atmosfere spaghetti western, per i quali sto individuando le location. Saranno tutte in provincia di Varese e interesseranno principalmente la Valcuvia e i monti vicini».

Quanto alle reazioni a “Inverno”, «già al tempo delle riprese, la mobilitazione che aveva coinvolto duecento persone aveva suscitato molta curiosità nelle comunità locale. Mostrare zone poco conosciute, che hanno però avuto una storia industriale, ha generato un’impressione positiva, soprattutto per come si sposassero bene le cose vedendo queste situazioni come opportunità creative; alla fine sono rimasti soddisfatti».

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