Varese, memoria e odio sul web. «La storia scompare nei cellulari dei ragazzi»

VARESE – «Le immagini dei campi di concentramento perdono valore perché vengono rese qualcosa di ridicolizzabile e quindi è la storia che scompare davanti ai nostri occhi, nei cellulari dei nostri ragazzi, e noi neanche ce ne accorgiamo». Sono le parole di Paola Biavaschi, docente dell’Università dell’Insubria, che ha analizzato il fenomeno dell’antisemitismo e dell’odio sul web. Il tema è stato al centro di un incontro dedicato al Giorno della Memoria, che si è svolto oggi, mercoledì 25 gennaio (nella foto sopra) nell’aula magna di via Dunant.

Odio sul web

Il web dunque rappresenta una realtà di grande rischio e pericolo per bambini e ragazzi: fin da piccoli entrano in contatto con messaggi e foto in cui gli orrori del passato si trasformano in qualcosa che vuole far divertire. La docente lo ha spiegato mostrando alcuni dei meme (nell’immagine sotto qualche esempio) che si diffondono attraverso le chat sui telefonini di adolescenti e anche bambini della scuola primaria. «Sono delle battute che vogliono far ridere, in cui è presente la figura di Hitler e l’orrore del campo di sterminio viene presentato come un gioco di parole, per impressionare e divertire. Tutto questo è veramente molto pericoloso, perché la storia perde la sua incisività e si smaterializza, diventando qualcosa di superficiale su cui si può ridere».

Un rischio non conosciuto

«La cosa più pericolosa – continua Paola Biavaschi – è che questi messaggi vengono colti non come qualcosa di politico ma come qualche cosa di leggero, che diventa pane quotidiano. Quando vado nelle scuole e faccio vedere quei meme i genitori spalancano gli occhi perché non sanno che queste sono le cose che circolano. Il nemico passa sotto gli occhi dei nostri bambini quando hanno 10-11 anni e noi non siamo in grado di percepire qual è il rischio al quale sono sottoposti». Davanti a questo quadro preoccupante la strada da percorrere non può che essere una: il potere dell’istruzione. In questo può fare molto la memoria, con incontri come quello odierno.

Fare memoria

«Historia vitae magistra? Antisemitismo e parole d’odio» il titolo dell’appuntamento, organizzato dall’ateneo e dedicato agli studenti dell’Università dell’Insubria, agli studenti delle scuole superiori e al pubblico generale. L’appuntamento è stato organizzato da Paola Biavaschi e Alberto Castelli, docenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione. Ospite d’onore Ester De Tomasi, presidente provinciale di Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Tra i temi affrontati le pietre d’inciampo (venerdì 27 ci sarà la posa di quattro pietre davanti al Comune), l’opera denigratoria e caricaturale della minoranza ebraica nella storia, ma anche appunto le forme d’odio giunte fino ai giorni nostri. Oggi pomeriggio si prosegue con la presentazione del volume di Paolo Bernardini “Un ghetto al tramonto”. Coinvolti nell’iniziativa anche l’Ufficio Scolastico Provinciale e il Comune di Varese. In apertura di mattinata i saluti delle autorità (nella foto sotto).