Finalmente le pietre d’inciampo a Varese: saranno posizionate insieme in via Sacco

La presidente provinciale di Anpi Ester Maria De Tomasi con una delle pietre di inciampo

VARESE – Dopo quasi due anni saranno posizionate le quattro pietre d’inciampo in ricordo di altrettanti varesini deportati e uccisi nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Un percorso lungo, un «doloroso cammino», come lo aveva definito la stessa presidente provinciale di Anpi Ester Maria De Tomasi, che ha raggiunto infine il tanto atteso epilogo. Le pietre saranno posizionate il prossimo 27 gennaio in via Sacco: oggi, giovedì 19, la presentazione dell’evento in Comune.

Un caso politico

Le pietre erano pronte da inizio 2021, con la prima richiesta di collocazione presentata da Anpi all’inizio di quell’anno. Mentre si susseguivano inaugurazioni in altri comuni a Varese il progetto non andava in porto, suscitando l’amarezza della stessa associazione e diventando un caso politico, con una mozione sul tema (a firma Lega) rinviata più volte e discussa poi in consiglio lo scorso settembre, con il voto all’unanimità. In quell’occasione la presidente auspicava un incontro chiarificatore: la questione alla fine si è risolta, anche grazie al prefetto Salvatore Pasquariello, come ha sottolineato oggi De Tomasi: «È stato un percorso lungo e laborioso».

La posa il 27 gennaio

Fin qui i passaggi precedenti della vicenda: ora la conclusione, con un epilogo quindi positivo per Anpi. Le pietre saranno posizionate tutte insieme, presso l’ingresso del Municipio in via Sacco. Di norma vengono infatti collocate o davanti al domicilio della persona a cui sono dedicate oppure in luoghi pubblici simbolici, come appunto Palazzo Estense che è la casa di tutti i varesini. «I parenti delle vittime hanno voluto così: loro erano amici fraterni in vita e hanno voluto che fossero insieme anche adesso che sono tornati a casa attraverso queste pietre».

Quattro nomi da ricordare

Le pietre (nella foto sotto) ricordano quattro deportati politici: Luigi Morellini, Calogero Marrone, Mario Molteni e Attilio Paolo Vergani. Assassinati in campi di sterminio nazisti e accomunati in vita da ideali di libertà e solidarietà, furono attivi nel Gruppo Cinque giornate del San Martino. Faceva parte di quel gruppo anche il padre di Ester De Tomasi, che riuscì a tornare a casa. «Mi diceva sempre: “Nel campo di sterminio ero contento di non essere di religione ebraica, ma i deportati politici venivano subito dopo”. Mi raccontava che a Mauthausen il forno crematorio funzionava 24 ore su 24 e che c’erano cataste di cadaveri pronte per essere cremate. Ogni tanto si sentivano flebili lamenti: ammucchiavano lì anche le persone ancora vive». L’obiettivo delle pietre d’inciampo (a breve ne seguiranno altre cinque in provincia: quattro per Sesto Calende e una per Castiglione Olona) è far sì che non si dimentichi tutto questo.

Il programma

Non a caso dunque la posa si terrà in occasione delle celebrazioni del Giorno della memoria, che a Varese si svolgeranno venerdì 27 gennaio al Salone Estense. Il via alle 9.15 con gli interventi del prefetto Pasquariello, del presidente della Regione Fontana, del presidente della Provincia Antonelli, quindi il sindaco di Varese Galimberti e il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Carcano. Alle 9.40 gli interventi di studenti e docenti della scuola media Vidoletti e del liceo Ferraris di Varese. Alle 10.10 seguirà a cerimonia di consegna delle medaglie d’onore concesse ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti. Alle 10.30 un momento di approfondimento sulle pietre di inciampo prima della cerimonia della posa che si terrà alle 11.