Varese ricorda il Milite ignoto: Soldato senza nome che rappresenta il popolo

VARESE – «Ognuno di noi è, più o meno degnamente, sangue di quel sangue». Con questa affermazione, nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, il colonnello medico in congedo del Corpo militare volontario della Croce rossa italiana, Marco Cinelli, ha concluso la sua riflessione sul Milite Ignoto pronunciata al termine della messa di suffragio per i soci defunti di tutte le associazioni d’Arma.

Il Soldato senza nome

L’ufficiale, ieri sabato 6 novembre, dopo aver ricordato il centenario della traslazione e della tumulazione nel sacello dell’Altare della Patria a Roma della salma del Milite Ignoto, ha sottolineato il fatto che «il Soldato senza nome, senza gradi, senza medaglie, senza appartenenza a classe sociale, senza connotazione regionale o appartenenza religiosa o politica, rappresenta un popolo e una nazione». Il colonnello Cinelli ha infine auspicato che al 4 ottobre, festa di San Francesco e Santa Caterina da Siena, patroni d’Italia, e al 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle Forze armate, declassate a “feste mobili” da una legge del 1977 per la loro “negativa incidenza sulla produttività delle aziende e dei pubblici uffici”, venga restituita la dignità di festa nazionale.

Alla celebrazione eucaristica, presieduta dal cappellano della Polizia di stato, don Giorgio Spada, e concelebrata dal rettore emerito del santuario di Santa Maria del Monte, don Angelo Corno, hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente di Assoarma Varese e presidente della sezione cittadina dell’Associazione nazionale carabinieri Roberto Leonardi, il vice-presidente della sezione varesina di Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia) e presidente provinciale dell’Associazione nazionale bersaglieri, Maurizio Fiori, e il vicepresidente della sezione di Varese dell’Associazione nazionale militari Cri in congedo Gabriele Piccinelli.

Presenti anche i presidenti delle sezioni dell’Associazione nazionale della Polizia di stato Agostino Scuncia, e dell’Associazione arma aeronautica Giuseppe Battistella. Numerosa la rappresentanza del comitato cittadino della Croce rossa italiana, guidata dal presidente Angelo Bianchi. I volontari dell’associazione di via Dunant, con l’ispettrice delle infermiere volontarie, Monica Malnati, e il responsabile provinciale del Corpo militare volontario della Cri, tenente Salvatore Puglisi, hanno ricordato, con la vedova, Anna Cimasoni, e il figlio Andrea, il decimo anniversario della scomparsa di Ferruccio Modena, il primo capitano del Corpo militare della Cri e, per due mandati, presidente della sezione Unuci, che ha dedicato la sua vita al volontariato ed è stato protagonista anche di numerose missioni umanitarie all’estero.

Al termine della messa, nel corso della quale è stato rivolto anche un pensiero particolare a Francesco Bertolasi, il presidente onorario della sezione di Varese dell’Associazione nazionale alpini scomparso mercoledì scorso. La cerimonia di commemorazione, coordinata dal tenente del Corpo militare della Cri, Angelo Motta, si è conclusa al cimitero di Sant’Ambrogio dove, il presidente del comitato della Cri, Bianchi, ha deposto una corona d’alloro sulla tomba dove è sepolto Oreste Bordano, maggiore medico nella Cri, nato ad Ancona il 19 aprile 1864 e deceduto in Roma il 2 gennaio 1921, che partecipò alla guerra di Abissinia e, durante la Prima guerra mondiale, diresse l’ospedale della Cri di Pallanza. Assistente nella Regia clinica medica di Bologna, fu, successivamente, anche primario direttore degli ospedali civili di Montefano e Cittiglio.