Varese, Shaker nel mirino del vicino: «Contro il mio bar 60 esposti in 6 mesi»

Il dehor dello Shaker nel mirino del vicino

VARESE – Un esposto al giorno… per levare il bar di torno? La domanda è lecita visto l’incubo che sta vivendo Kevin Rocca, gestore dello Shaker di via Griffi. Il barista varesino, infatti, da maggio a oggi, ovvero nel giro di 6 mesi, ha ricevuto «almeno una sessantina di esposti. Tutti depositati dalla stessa persona».

I motivi sono i più svariati: dai clienti rumorosi, alla musica a tutto volume. Ma anche richieste di controllo del posizionamento dei vasi che delimitano il Dehor o riguardo l’installazione della tenda esterna. «Posizionata – specifica Rocca – secondo quanto prevedere il regolamento comunale, poiché questa persona ha iniziato a riprendere ogni volta i clienti seduti ai tavoli facendo video».

L’inizio dell’incubo

Kevin Rocca rileva l’attività precedente e avvia lo Shaker nell’ottobre del 2022. «Il mio è un locale come tanti. E anche il mio dehor non si differenzia dai molti che sono stati realizzati in tutto il centro cittadino – spiega il gestore – Non ci sono spettacoli musicali e non è nemmeno una discoteca a cielo aperto come qualcuno vuol far passare. Inoltre non mi sono mai stati notificati verbali che certificano baccano, musica a palla. E’ chiaro, stiamo parlando di un bar serale e quindi in estate il dehor è più frequentato».

Eppure al civico di via Griffi dello Shaker, da maggio a oggi, a conti fatti, sono piovuti esposti: almeno due a settimana. «Contenenti i più svariati motivi. Falsi, aggiungo io. Prendiamo la tenda esterna, per andare sempre incontro a chi vive qui, ho scelto anche un tessuto fono assorbente. Insomma, cerco di stare molto attendo ai rapporti di buon vicinato, ma anche alla tutela della mia clientela che più volte si è vista riprendere senza motivo. Tanto che c’è solo una persona che si lamenta e si lamenta solo del mio locale, pur non essendo l’unico qui in via Griffi».

Così non posso lavorare

Le decine di esposti poi hanno costretto a muoversi anche gli uffici comunali. «Altro non potevano fare – spiega Rocca – A fronte di così tante segnalazioni credo sia scontato che facciano le verifiche. Ma il punto, e qui sta il vero problema, è che hanno dovuto avviare anche la procedura di rimozione dello spazio esterno. Sia chiaro, io non ho nulla contro gli uffici comunali, loro fanno il loro dovere, però non capisco l’accanimento nei confronti del mio locale».

Kevin Rocca spiega che per questa grana si è affidato a ben tre avvocati (Davide Mustari, Ferdinando Perone e Maurizio Bernasconi), «però continuare a lavorare così non è semplice. Siamo sempre sotto tensione, ho sempre la sensazione di avere un piede in fallo. Insomma lavorare in questo modo è snervante. Tanto più che qui abita anche molta altra gente e nessuno si è mai lamentato. Anzi, ci sono residenti che hanno già testimoniato a mio favore smentendo che il mio locale crea disturbo alla quiete pubblica».

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