Europee e comunali, avanti tutta. Per ora indietro

Lara Comi, Gianfranco Librandi e Isabella Tovaglieri

L’argomento, le elezioni della prossima primavera, non è di quelli che, al momento, accendono l’entusiasmo dei varesotti. Nemmeno gli addetti ai lavori, cioè i politici, sembrano interessarsi più di tanto a un appuntamento che, in terra varesina, manderà al voto poco meno di ottanta Comuni e chiamerà alle urne l’intera collettività per le consultazioni europee. L’Europa sembra tanto lontana e, per quanto possiamo leggere dalle cronache, tiene vigili soprattutto i leader nazionali dei partiti, che si studiano a vicenda: mi candido, non mi candido, vedremo.

Nella nostra provincia, il turno delle amministrative ha, come scontato, valenza locale, Comune per Comune; riguarda un nutrito gruppo di medie e piccole comunità, 77 in tutto, delle quali soltanto 3, Tradate, Malnate e Samarate, accederanno all’eventuale ballottaggio: sono le uniche a essere sopra i 15mila abitanti. Uno scenario che non dispone ai soliti giochi delle alleanze e pone in primo piano le liste civiche che, nei centri minori, hanno spesso il sopravvento su aggregazioni o squadre con riferimenti diretti ai partiti tradizionali e, di conseguenza, vanificano il ruolo delle segreterie.

Ma che sia troppo presto per cominciare a buttare l’occhio sulla data del 9 giugno non è del tutto esatto. Per un paio di ragioni che riguardano, in campo europeo, le candidature e gli equilibri politici che si verranno a creare nei singoli territori. Cominciamo da qui, dagli equilibri. Il sistema proporzionale obbliga i partiti a fare da soli. In altri termini, con il voto per Bruxelles finiranno per contarsi e misurare quanto pesano. Vero, le ultime politiche del 2022 e le regionali in Lombardia del 2023 hanno già definito un quadro preciso, dentro il quale domina Fratelli d’Italia. Vero anche che tra cinque mesi ci sarà la controprova definitiva, che varrà appunto anche in sede locale. Qui, sono Lega e Forza Italia a dover dimostrare di non aver perduto l’appeal elettorale di un tempo: rischiano in modo concreto di dover cedere ancora il passo ai meloniani nel caso non riescano a rimontare su percentuali oggi al loro minimo storico, o quasi. Lo sanno bene i vertici di salviniani e berlusconiani, giustamente preoccupati di risalire una china per loro insidiosissima. Se la Lega potrà però contare sul suo storico zoccolo duro, i forzisti sono obbligati a recuperare affidabilità, sia con il congresso convocato a breve, sia con “uomini squadra” di cui oggi difettano clamorosamente.

I risultati finali delle europee faranno da sfondo alla gestione complessiva e futura della provincia di Varese. Chiamata anch’essa alle urne, ma con elezioni di secondo livello (votano soltanto sindaci e amministratori eletti) e in attesa di una riforma che le restituisca il suffragio universale.
Il discorso non può dimenticare i partiti di centrosinistra che, proprio a Villa Recalcati e a Palazzo Estense, hanno scalzato il centrodestra. Centrosinistra che vedrà contrapporsi a livello nazionale Partito democratico e Cinque Stelle. Questi ultimi sono al momento secondari nel Varesotto, né dovrebbero insidiare i democrat a giugno, benché la vastità dei collegi elettorali (qui da noi esteso a Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) potrebbe riservare sorprese. Che possono arrivare proprio dai singoli candidati.

Non a caso, per tornare al centrodestra, Forza Italia pensa di imbarcare nientemeno che l’ex maggiorente leghista Marco Reguzzoni, pronto a ridiscendere in campo in Europa, proprio con la casacca forzista. Fermo restando che tra i candidati locali della stessa compagine potremmo rivedere Lara Comi, seppure indebolita nell’immagine da una condanna in primo grado nel processo Mensa dei poveri. Attorno alle candidature potremmo dilungarci all’infinito con congetture e conferme. Di sicuro rivedremo in lista Isabella Tovaglieri, salviniana di ferro che rischia lo scontro fratricida nella sua Busto con Reguzzoni. Poi Gianfranco Librandi, imprenditore saronnese mai domo al fianco di Matteo Renzi. Ci fermiamo qui, per non uscire dal seminato con anticipazioni alla Maurizio Mosca (le “bombe” di Mosca, ricordate?), che non porterebbero a nulla se non a confondere le acque. E di giornalisti (e possibili candidati) abili nel fare ammuina è già pieno il mondo.

elezioni europee comunali – MALPENSA24