Rigenerazione urbana, penalizzato il Nord: a Vergiate sfuma (per ora) il sogno Teatro

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A sinistra, il senatore varesino Alessandro Alfieri (Pd). A destra il sindaco di Vergiate, Daniele Parrino

VERGIATE – Il bando per la rigenerazione urbana, nell’ambito del Pnrr, lascia a bocca asciutta la Lombardia. Anzi il Nord Italia, a fronte di un boom di successi nel Sud del Paese. Nello specifico, il riferimento va ai Comuni sotto i 15mila abitanti che in forma associata hanno presentato un progetto. Come Vergiate, che si è visto scartare il piano per realizzare il centro polivalente all’ex Mover insieme a Casale Litta e Mornago. Risultato che ha già fatto smuovere le acque: «Ci stiamo mobilitando, anche con altre regioni del Nord che non ritengono corretto questo risultato», dice il sindaco vergiatese Daniele Parrino.

Numeri e obiettivi

«Non si tratta di una guerra tra Nord e Sud, ovviamente», premette Parrino. «Ma è chiaro che se viene pubblicato un bando statale non ci può essere questa differenza nei risultati, non si possono scartare tutti Comuni del Nord». Sono i numeri a confermarlo. Gli esiti mostrano che i più premiati sono Campania (93 Comuni), Calabria (57), Sicilia (33). Fino a Puglia (13) e Marche (6). Il resto: 0.

Gli enti enti locali del Nord non ci stanno: «Ci sono delle chat in cui vari sindaci si stanno confrontando, con l’obiettivo di fare anche pressioni ai parlamentari di riferimento in modo che si faccia scorrere la graduatoria e si riesca a finanziare tutti».

I big del Pd

I big si sono subito attivati. A partire dal Pd, con i senatori Alessandro Alfieri e Dario Parrini. Che hanno deciso di depositare un’interrogazione parlamentare: «C’è qualcosa di profondamente sbagliato e di discriminatorio verso i Comuni sotto i 15 mila abitanti del centro e nel nord Italia, nei criteri con i quali vengono ripartiti i fondi». E aggiungono: «I 300 milioni a disposizione per questa tranche di finanziamenti sono andati a Comuni appartenenti a sole cinque regioni». Per fare un esempio, in Lombardia sono andate a vuoto 697 istanze. «Si tratta di un’ingiustificabile iniquità». Da qui la richiesta di stanziare nuove risorse da assegnare agli enti esclusi dal decreto del 19 ottobre. Ma anche che vengano modificati i criteri di selezione. Riferimento che va all’attuale indice di vulnerabilità utilizzati per selezionare i progetti.

Pressing della minoranza

Nel frattempo, anche la minoranza si è mossa. Vergiate 2030 è a caccia di chiarimenti, per sapere se «la giunta, visto che i costi per il “Teatro” sarebbero interamente a carico di un finanziamento esterno, intende ora agire su altri bandi». O se vuole utilizzare «risorse proprie». Ma anche per chiedere se «si intende confermare la previsione» degli interventi inseriti nell’elenco del 2024 del Piano triennale delle opere pubbliche, visto che «corrispondono ai progetti non finanziati». L’attenzione si sposta poi sui terreni che erano destinati all’opera: «Si conferma che non sarà dato seguito alle acquisizioni?». Fino alle altre domande. Come quelle sulla tettoia che, dice il gruppo di minoranza, contiene eternit: «Non si prospetta una demolizione connessa al progetto del Teatro, l’amministrazione non vuole procedere in alcun modo ora?». E ancora: «È intenzione della giunta non abbandonare il progetto, non dando seguito a quanto previsto già dalla precedente giunta nella pianificazione urbanistica per una sua vocazione sportiva?».

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