Teatro all’ex Mover, Vergiate 2030 sulla bonifica dell’area: «Situazione grave»

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VERGIATE – L’eternit da smaltire, i costi di bonifica dei terreni e le trattative con i privati. Riassunto: «La situazione è molto grave». L’area ex Mover, individuata per ospitare il centro polifunzionale “Vergiate vita cultura”, nel mirino del consigliere di minoranza Romano Balzarini (Vergiate 2030). L’iter per rendere il progetto realtà è cominciato. L’amministrazione prova a intercettare fondi statali per la rigenerazione urbana. Ma c’è chi storce il naso e non nasconde le sue preoccupazioni.

L’area, gli scambi, la bonifica

Alla base del procedimento, le trattative con i privati. L’area interessata al momento si presenta a “macchie”: i terreni sono in parte di proprietà del Comune, in parte in mano ai proprietari. L’obiettivo è uniformare lo spazio da destinare alla rigenerazione urbana, facendo accordi di scambio. I numeri: «In tutto, il Comune cede una proprietà di 6.040 metri quadrati e ne acquisisce 5.540, quindi già in difetto di circa 500», sottolinea Balzarini. Ma il focus è su un appezzamento di 3.180 metri quadrati, quindi oltre il 50% del totale. «C’è una tettoia, che contiene amianto. E, nel corso degli anni, si è disperso anche nel terreno. Quindi oltre a smaltire l’eternit nella struttura, si dovrà procedere anche con una bonifica ambientale», sottolinea.

Le spese

La struttura di cui parla il consigliere d’opposizione «planimetricamente è di circa 394 metri quadrati, ma con la sua forma a volta può arrivare anche a 450». Misure che diventano conti. L’esponente di Vergiate 2030 sposta infatti l’attenzione sulla questione economica. «Il problema grosso è che il Comune porta a casa un’area con una struttura con l’eternit da smaltire e un terreno da bonificare. E lo dovrà fare con i soldi della comunità, che arrivino da Regione o dallo stato». In pratica, prosegue, «capisco che l’amministrazione debba perseguire i suoi obiettivi elettorali ma così dà un gande vantaggio economico al privato». Almeno per tre motivi: «Prende un’area pulita, non ha spese per la riqualificazione di quella che cede e guadagna un terreno che un giorno, se si costruirà qualcosa, acquisirà maggior valore».

La proposta

Da qui, la proposta: «Al momento ente locale e privato sono giunti a un compromesso, che verrà ufficializzato una volta ricevuti i finanziamenti dallo stato per la realizzazione del progetto. Una soluzione: si potrebbe calcolare il costo dei lavori di smaltimento e bonifica e tramutarli in opere, da concordare, dello stesso valore. Opere che sarebbero a carico del privato. In questo modo, dopo tutti gli accertamenti e le garanzie del caso, si troverebbe un equilibrio tra le parti».

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