VIAR di Sumirago compie 40 anni, un successo forte come l’acciaio

L'ECCELLENZA VARESINA NEL MONDO A VILLE PONTI

Davide e Luca Franzosi oggi a Ville Ponti a Varese celebrano il quarantesimo anniversario del gruppo VIAR di Sumirago

VARESE – L’eccellenza dell’industria varesina nel mondo si trova (anche) nelle profondità degli oceani, in quegli ambienti umanamente irraggiungibili dove scorrono le linee che trasportano le fonti energetiche su cui è stata costruita e si basa la civiltà contemporanea. Petrolio e gas naturale viaggiano nelle pipeline sottoposte a pressioni incredibili e una delle aziende leader mondiali di queste tecnologie è la VIAR di Sumirago, che celebra oggi a Varese, nello suggestivo scenario delle Ville Ponti, il quarantesimo anniversario della sua fondazione. Da 40 anni, duque, la tecnologia varesina per l’industria estrattiva (appunto petrolio e gas) parte ogni giorno da Sumirago e arriva in fondo ai mari e agli oceani di tutto il mondo (naturalmente anche negli impianti di superficie). E per celebrare l’evento sono arrivati a Varese circa 400 ospiti da una dozzina di Paesi diversi.

Davide e Luca Franzosi rispettivamente managing director e general manager di VIAR Group – gruppo che oltre a Viar Spa riunisce la Forgiatura Marcora di Olgiate Olona giunta contestualmente al suo settantesimo anniversario e guidata dall’AD Michele Marcora -hanno spento le tante candeline evidenziando le peculiarità di questo modello di imprenditorialità tutta varesina, basata su una filiera produttiva completa che consente di non dipendere da terzi (se non per l’acquisto della materia prima) e quindi al riparo dai chiari di luna delle filiere che ormai da anni condizionano il settore produttivo, provocando rallentamenti o blocchi di produzione, come accade ad esempio nel settore dell’auto. 

Un’industria pesante, che ha i suoi principali stabilimenti e la sede centrale proprio a Sumirago e ad Olgiate: “Esportiamo nel Sud-est Asiatico, nei Paesi Arabi, nelle Americhe e in Africa – hanno illustrato Davide e Luca Franzosi – La linea di produzione completa e l’esportazione sono i punti di forza che consentono di arginare gli effetti delle crisi economiche generate dagli eventi di questi ultimi anni”. Ma uno dei segreti del successo industriale della Viar sono i dipendenti, nei confronti dei quali c’è una attenzione particolare (una politica controcorrente rispetto a quella di molte altre imprese), in quanto anima dell’azienda: oltre 200, e sono stati fra i primi ad essere invitati alle celebrazioni alle Ville Ponti. “I dipendenti sono la parte più importante della nostra azienda” spiega Luca Franzosi “Per fare gli imprenditori bisogna prima fare gli operai. Prima di acquisire l’azienda da nostro padre, io e mio fratello abbiamo lavorato nelle linee di produzione, ci siamo sporcati le mani per anni, abbiamo vissuto gomito a gomito con i nostri attuali dipendenti, che preferisco considerare collaboratori e colleghi di lavoro. Dopo quell’esperienza, abbiamo deciso di investire, di crescere e di portare il nostro modello di imprenditorialità varesina nel mondo. E ci siamo riusciti. Senza lasciare però la nostra terra, Sumirago, anzi investendo principalmente proprio qui, allargando qui in provincia di Varese la produzione e dando lavoro a un numero sempre crescente di persone sul nostro territorio. Oggi siamo orgogliosi di poter assicurare uno stipendio a oltre 200 famiglie, con un’azienda stabile, solida, ben strutturata”. “Cerchiamo continuamente di coltivare le nuove professionalità locali – aggiunge Davide Franzosi – Vogliamo formare sul campo quei ragazzi che scelgono l’industria per costruire il loro futuro e questo è un aspetto che ci unisce, tutti quanti”.

I prodotti per l’industria estrattiva devono essere perfetti, privi di impurità, in quanto devono resistere a pressioni enormi e una falla comporterebbe danni devastanti. Prima della consegna e della messa in opera i prodotti vengono analizzati con strumenti in grado di definirne la precisa composizione molecolare. La materia prima? Enormi blocchi di metallo, pesanti tonnellate, che vengono sciolti a oltre mille gradi negli stabilimenti del gruppo per poi essere lavorati, in diverse fasi, fino alla finitura: snodi cubici d’acciaio alti oltre un metro, tubature di 8 / 10 metri pesanti tonnellate, collettori di leghe speciali dove un uomo potrebbe camminarci dentro. Pezzi che devono essere eterni. Tonnellate d’acciaio luccicante che prima di essere spediti vengono bombardati con spettrometri, analizzati con microscopi, sondati in profondità con ultrasuoni, messi in trazione e in pressione – con la forza di decine di tonnellate –, surgelati a meno 196 gradi (la temperatura dello spazio cosmico) e poi immediatamente riscaldati per misurarne la resistenza: roba da disintegrare anche terminator. E tutto ciò per individuare anche la minima imperfezione.