Violenza contro le donne, Busto in rosso. SOS da Eva Onlus: «Casi raddoppiati»

BUSTO ARSIZIO – «Nel 2021 stiamo registrando 130 casi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il nostro lavoro è raddoppiato. Siamo in affanno, non lasciateci sole». È un vero e proprio appello, quello di Cinzia Di Pilla, l’anima operativa del centro antiviolenza Eva Onlus, nel giorno della presentazione del programma di iniziative per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Busto sarà colorata di rosso, il simbolo della lotta contro la violenza di genere: cento ombrelli rossi in via Milano insieme alla video-installazione di Emilia Persenico trasmessa in loop su sei schermi, le luci rosse che illumineranno palazzo Gilardoni e altri edifici pubblici e le scarpe rosse in Biblioteca.

«Casi raddoppiati»

«I casi aumentano esponenzialmente, quest’anno siamo già a 243 accessi, 130 donne in più dell’anno scorso nello stesso periodo, e giungono notizie agghiaccianti di violenza mentre dobbiamo fare qualcosa per dire no con più forza – ammette la presidente di Eva Onlus, Elisabetta Marca – un messaggio ad hoc diffuso a chi passa in centro per lo “struscio” può essere un modo azzeccato per far recepire la cultura del rispetto». Cinzia Di Pilla, che è la responsabile operativa del centro antiviolenza, è ancora più netta: «Per noi 130 donne è il lavoro di un anno, che quest’anno è raddoppiato intensificandosi a livello di risorse umane ma con il solito budget di tempo e soldi – afferma – probabilmente siamo un’eccellenza, come dicono, ma non lo possiamo essere più: servono risorse, io sono la più penalizzata perché non ho un’altra assistente sociale che mi affianca. Siamo realmente in affanno e questa è l’occasione per lanciare un SOS. Noi ce la mettiamo tutta, ma abbiamo bisogno di sostegno, di non essere lasciate sole».

La risposta

La risposta dell’amministrazione arriva immediatamente, con l’assessore ai servizi sociali Paola Reguzzoni che annuncia uno stanziamento in favore di Eva Onlus per far respirare il centro fino a fine anno: «Lunedì è da votare in giunta un impegno per 7000 euro per l’aumento delle ore della psicologa e personale». Con lei, a presentare gli eventi della Giornata del 25 novembre c’è anche la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli, ma Reguzzoni ringrazia anche il terzo assessore donna, la delegata alle pari opportunità Daniela Cerana, assente per altri impegni, mentre a rappresentare le donne della politica bustocca c’è anche l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, membro della commissione Femm a Bruxelles e già protagonista della distribuzione delle mascherine rosse in vista del 25 novembre nella prima seduta consiliare (quella che ha eletto una presidente e due vicepresidenti del consiglio donne). Eppure l’assessore Paola Reguzzoni ricorda che «purtroppo la violenza di genere è ancora considerata una piaga minore, anche nel mio assessorato quest’area ha bisogno di essere strutturata, non solo con la rete di Eva Onlus che è un’eccellenza ma anche in termini di prevenzione e sensibilizzazione culturale».

La parola d’ordine: rispetto

«È una battaglia culturale che ha visibilità il 25 novembre ma va combattuta tutti i giorni – aggiunge la vicesindaco Manuela Maffioli – una battaglia di pensiero, parole e azione». Busto Arsizio quest’anno per la giornata contro la violenza svilupperà una serie di iniziative a partire dalla parola d’ordine scelta da Regione Lombardia, “Rispetto”. E in collaborazione con Eva Onlus, la Croce Rossa, la Biblioteca comunale e il comitato commercianti centro cittadino. Dal 25 al 27 novembre saranno illuminati di rosso, colore simbolo, alcuni monumenti (il palazzo municipale, la fontana di piazza Garibaldi, villa Tovaglieri) e il rosso agghinderà le vetrine dei negozi del centro. In Biblioteca, in sala Monaco il 25 novembre ci sarà un’installazione con le scarpe rosse e una bibliografia di testi sul tema della violenza di genere.

La video-installazione in via Milano

L’evento clou sarà invece domenica 27 novembre dalle 14 alle 19 sotto i portici di via Milano, dove sei smart tv proietteranno in loop una video-installazione di Emilia Persenico, sotto una cornice di cento ombrelli rossi e con un gazebo informativo di Eva Onlus e Croce Rossa in piazza San Giovanni. Il video, creato e progettato dall’artista e realizzato dalla visual designer Asmara Malinconico, è un dialogo tra voci di donne e uomini in uno spazio virtuale, «uomini che con proprio nome e cognome dichiarano di non essere violenti, e donne che rivendicano la loro libertà con una frase a partire da “io”», perché «c’è la violenza reale, con dati desolanti, e quella strisciante, quotidiana, anche in uno sguardo oltraggioso». L’opera nel corso della settimana verrà proiettata simultaneamente anche in altri 64 siti in Italia, tra cui il museo di arte contemporanea di Palermo ma anche comuni, associazioni che si occupano di minori, carceri, associazioni culturali LGBT, comunità musulmane, e nel mondo, negli istituti italiani di cultura di Zurigo, Sydney, Montevideo e Montreal. «Sentire un nome e cognome di un uomo che dice no è bellissimo – rivela Elisabetta Marca – perché è importante lavorare sugli uomini e sui ragazzi». Anche Cinzia Di Pilla ammette: «Mi sono subito innamorata dell’opera, suscita emozione, è questo che deve fare l’arte. L’io lo leggo come un’identità negata: spesso sento dire dalle vittime che assistiamo “vorrei essere trattata come una persona”».

Busto, il centro antiviolenza Eva Onlus salva 16 donne in pericolo di vita. Nel 2021

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