Vola l’export “made in Varese”: +2,4% nei primi 9 mesi del 2023. Trainato da USA e UK

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VARESE – Volano le esportazioni della provincia di Varese: più 2,4% nei primi nove mesi del 2023, a fronte del +1% nazionale. Il saldo della bilancia commerciale varesina è positivo per oltre due miliardi di euro in crescita del 6,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In calo l’export nella zona UE e in Svizzera, mentre crescono a due cifre i flussi verso USA e Regno Unito, ma anche verso la Turchia. Spicca l’aerospazio: +74%.

I numeri

Gli ultimi dati provvisori disponibili sul commercio estero varesino sono relativi al periodo gennaio-settembre 2023. Le esportazioni a valore della provincia hanno raggiunto i 9,3 miliardi di euro, in aumento a prezzi correnti del 2,4% rispetto a gennaio-settembre 2022 (contro un aumento dell’1% nello stesso periodo delle esportazioni italiane). Sul lato delle importazioni a valore della provincia, che hanno raggiunto i 7,2 miliardi di euro, si è registrato un aumento a prezzi correnti dell’1,2% su gennaio-settembre 2022 (contro una diminuzione del 10% nello stesso periodo delle importazioni italiane, su cui conta però tanto il calo delle importazioni di energia; al netto di esse, il dato è -2,3%). Il saldo commerciale varesino a valore nel periodo gennaio-settembre 2023 è risultato positivo e pari a circa +2,1 miliardi di euro, registrando un aumento del +6,7% rispetto a gennaio-settembre 2022.

Il quadro

Il quadro delle esportazioni è dunque di aumento e recupero grazie al contributo positivo del III trimestre 2023, seppur con un quadro diversificato tra i settori che riflette la particolare congiuntura economica. Si tenga comunque conto che, a livello nazionale, nello stesso periodo le esportazioni sono aumentate del +6,2% come valori medi unitari e calate del -4,9% come volumi. Questo il quadro che emerge dalle ultime rilevazioni del Centro Studi di Confindustria Varese. Riguardo i principali mercati di riferimento, nel periodo gennaio-settembre 2023 vi sono particolari differenze di performance tra i diversi Paesi partner. Nell’area UE-27 (post-Brexit), i flussi di export generalmente segnano un rallentamento, con cali rilevanti verso Germania, Spagna, Polonia e Paesi Bassi (rispettivamente -2,6%, -2,6%, -18,1% e -20,9%). Tuttavia, se confrontati con lo stesso periodo del 2021, i valori correnti sono superiori o comunque in linea con quelli del 2021. Cresce invece la Francia (+3,6%). Nell’area extra UE-27, continuano ad essere in crescita le esportazioni verso gli Stati Uniti (+13,0%) e il Regno Unito (+11,3%), segnando un balzo specialmente nel singolo III trimestre; in flessione invece la Svizzera (-5,2%). A livello euroasiatico, la Turchia continua un aumento rilevante delle esportazioni (+15,6%), mentre la Cina ritorna in territorio di aumento dopo due trimestri di calo (+7,0% complessivo nei primi nove mesi sullo stesso periodo dell’anno scorso). A livello di macro-aree geografiche, si registra lungo i primi nove mesi del 2023 un andamento differenziato che vede una contrapposizione tra il rallentamento dell’export verso i paesi dell’Unione Europea e Asia Centrale e una crescita verso tutte le altre macro-aree (con forti concentrazioni tra America settentrionale, Medio Oriente e Oceania):UE-27 (post-Brexit): -1,3%Paesi europei non UE: +6,4%Africa: +15,5%America settentrionale: +10,4%America centro-meridionale: +5,9%Medio Oriente: +11,2%Asia centrale: -41,6%Asia orientale: +6,3%Oceania: +31,0%

L’analisi settoriale

In termini di composizione settoriale, con riferimento ai comparti maggiormente rappresentativi del territorio, si evidenzia che nei primi nove mesi del 2023 il 54% delle esportazioni ha avuto origine dal settore metalmeccanico, l’11% dal tessile-abbigliamento-pelletteria, il 14% dal chimico-farmaceutico ed l’8% dal settore gomma e materie plastiche. Il settore metalmeccanico, rispetto ai primi nove mesi del 2022, ha registrato un aumento dell’export del 6% a fronte di un aumento dell’import pari al +18,0%. All’interno del settore, sul lato delle esportazioni ci sono profonde differenze tra i diversi comparti: si registra un andamento misto nel mondo della meccanica base – con i prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature in aumento (+4,5%) e la metallurgia in calo (-5,8%); sale in maniera incisiva, grazie soprattutto al contributo singolo del III trimestre, l’aerospazio (+74,8%), grazie alla tenuta dei mercati storici e all’ottima performance verso nuovi partner; segnano un aumento, in ripresa nel III trimestre, l’export dei macchinari industriali (+2,2%) e dei computer e apparecchi elettronici (+0,7%); il mondo delle apparecchiature elettriche e per uso domestico segna infine la flessione maggiore (-15,9%), a causa soprattutto del comparto dell’elettrodomestico. Nel settore tessile, abbigliamento e pelletteria, rispetto ai primi nove mesi del 2022, aumentano leggermente le esportazioni (+0,8%) a fronte di un calo incisivo delle importazioni (-5,3%). A garantire l’espansione dell’export della filiera il mondo dei prodotti tessili (+1,6%) e dell’abbigliamento (+4,4%), a fronte di un calo degli scambi degli articoli in pelle (-7,2%). Il settore chimico-farmaceutico, rispetto ai primi nove mesi del 2022, ha segnato una contrazione sia nell’export (-6,1%), sia nell’import (-9,5%). All’interno del settore, a pesare il calo delle esportazioni dei prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie (-19,4%). Aumentato invece l’export dei medicinali e preparati farmaceutici (+17,7%), dei prodotti farmaceutici di base (+14,4%) e dei saponi e detergenti, profumi e cosmetici (+11,2%). Il settore gomma e materie plastiche ha registrato, rispetto ai primi nove mesi del 2022, un’importante riduzione delle esportazioni (-11,2%) e delle importazioni (-8,3%). Il calo delle esportazioni ha interessato però esclusivamente gli articoli in materie plastiche (-12,7%), mentre è cresciuto l’export di articoli in gomma (+9,5%). Tra i comparti più di nicchia, rispetto ai primi nove mesi del 2022, si è registrato un calo nelle esportazioni della carta (-20,1%), delle bevande (-12,9%) e del legno (-40,4%), mentre il mondo degli alimentari segna un incremento (+14,9%), assieme a quello dei prodotti della stampa (+9,6%).

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