“La luna sulle ali”, il ritratto dell’Italia nel libro di Spartà su Zamberletti

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VARESE – «Varese deve andare fiera di Giuseppe Zamberletti e essergli grata. Uomo dell’emergenza e inventore della moderna Protezione civile, è stato il Cireneo che ha ricevuto la croce dell’organizzare i soccorsi per i terremoti in Friuli e in Irpinia, e un politico di grande preveggenza». Gianni Spartà, giornalista del quotidiano “La Prealpina”, nel libro “La luna sulle ali” firmato con Lorenzo Alessandrini, funzionario del Dipartimento, ha tracciato non solo il ritratto del parlamentare – e ministro – che ha partecipato a sette legislature, ma anche di un’epoca e del dibattito che l’ha caratterizzata.

Un segno di bellezza

«Nelle sue prime trasferte a Roma Zamberletti viaggiava di notte sui voli postali della LAI. Affascinato dal riflesso della luna sulle ali, lo considerò un segno di bellezza sotto il quale iniziava la sua carriera politica. Il titolo del libro nasce da questa espressione che aveva coniato, sognando che la sua biografia si chiamasse così». Come ha spiegato Spartà, il libro che ha avuto l’opportunità di scrivere è un opera di carattere istituzionale: «La sua realizzazione è stata decisa a livello del Consiglio dei Ministri. Il Comune di Varese e la Protezione civile hanno stabilito un protocollo di intesa con l’impegno a perpetuare la memoria di Zamberletti. Alla sua morte, avvenuta a gennaio 2019, ha ricevuto un funerale di Stato, onore che si riserva solo alle massime cariche: vennero a rendergli omaggio il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte».

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Scienza e prevenzione

Nel 1980 il presidente Sandro Pertini si recò nell’Irpinia straziata dal terremoto toccando dolorosamente con mano i ritardi dello Stato nei soccorsi: a quarantotto ore dal disastro non era arrivato nessuno e fu coperto di fischi e insulti. «Fu quello il momento in cui si saldò la sua collaborazione con Zamberletti, a cui affidò l’incarico di mettere mano alla legge della Protezione civile, grande incompiuta; purtroppo ci sono poi voluti undici anni perché potesse entrasse in vigore». All’epoca i giornalisti andavano a nozze con le metafore dedicate al commissario straordinario: «In realtà non era altro che un povero cristo che andava a portare i soccorsi. Rendendosi anche autore di decisioni innovative come quella di affidarsi alla scienza, convocando esperti e specialisti, per lavorare sulla prevenzione: non bisognava fare “fare presto”, ma “fare prima”».

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La più bella storia italiana del secondo Novecento

«“Zorro” è stato protagonista della più bella storia italiana del secondo Novecento, quella dei boat people: in fuga su barcacce dalla violenta e mortifera “rieducazione comunista” in Vietnam, nel 1979 vennero salvati inviando nel Mar Giallo le navi da guerra Vittorio Veneto, Stromboli e Andrea Doria. Un’operazione compiuta in tempo di pace, andando a recuperare in terra straniera un migliaio di persone che poi rimasero a vivere qui. Zamberletti fu un testimone privilegiato di alcune vicende tormentate: affiancato dal colonnello dei carabinieri Antonio Varisco, fu mandato da Cossiga, ministro dell’Interno, a esplorare la pista trattativista durante il sequestro Moro. Fu chiamato anche da monsignor Macchi, allora segretario di Paolo VI: Moro doveva essere rilasciato in Vaticano. Si dice che nelle stanze pontificie fosse pronto un riscatto, ma poi tutto si complicò. Riguardo alla strage di Ustica ha sempre sostenuto la tesi della bomba a bordo, tant’è che sul letto di morte disse al capo della polizia Franco Gabrielli: “Tenete accesa questa fiammella”».

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La modernità del pensiero politico

«Ciò che è successo ultimamente nella politica ha messo in luce la modernità del pensiero di Zamberletti», ha osservato Spartà. «In una Dc parlamentarista lui era un gaullista: teorizzava una repubblica presidenziale sul modello francese, una chiave di lettura che stiamo sperimentando e un ruolo che, nella pratica, prima Napolitano e poi Mattarella si sono dovuti prendere. Nell’Europa degli anni Settanta fece parte di un primo gruppo che aveva scelto questa posizione, non però come espressione della destra ma dei valori del mondo cattolico. “La luna sulle ali” esce in un momento in cui ci si rende conto dell’importanza della Protezione civile anche dal punto di vista sanitario: a metterla su questa strada è stato Zamberletti. Grazie alla sua opera, che ha valorizzato il volontariato, è oggi un esercizio permanente dello Stato, un corpo che conta. Ora la generosità e la solidarietà di un popolo si muove in base a un coordinamento, un canovaccio che prima non c’era».

Varese, la vita del papà della protezione civile Giuseppe Zamberletti in un libro

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