Una fotografa creativa al Sacro Monte: l’arte di Erika Zolli in mostra al Camponovo

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Erika Zolli e la sua fotografia d’arte esposta al Camponovo

VARESELe fotografie di Erika Zolli, oltre a essere state pubblicate su prestigiose riviste italiane e internazionali, hanno fatto il giro del mondo. E alcune di queste, un po’ come lei, hanno fatto “ritorno” a casa e saranno esposte a partire da domani, sabato 5 agosto, nella suggestiva location del Camponovo in cima al Sacro Monte. È una prima “at home” si può dire, e se si esclude la collettiva alla Galleria Ghiggini di qualche anno fa.

Connubio perfetto

Connubio perfetto, quello tra luogo e immagini, che offrirà al visitatore la possibilità di un viaggio nell’arte della fotografa varesina che, dopo una lunga parentesi milanese, è tornata a vivere nella nostra provincia, all’ombra della Rocca ad Angera. Un viaggio alla scoperta di come il cambiamento, “Metamorphosis” (questo il titolo dell’esposizione), una volta avvenuto sia punto di ripartenza, uno slancio per indagare una nuova dimensione, quella successiva.

Tra sogno e realtà

Erika Zolli si appassiona alla fotografia ai tempi dell’università e ha – dice lei – la fortuna di lavorare con un mondo che non lesina spunti, stimoli, colori, ma anche corpi umani che si muovono nello spazio terreno e “aereo”. «In quegli anni – racconta l’artista – ho conosciuto una compagnia di teatro circense. Artisti di strada che mi hanno dato l’opportunità di seguirli e di raccontarli attraverso l’obiettivo. Ho potuto fotografare giocolieri, acrobati, buskers, equilibristi durante le loro performance. Ma soprattutto indagare un mondo onirico, una realtà fatta di tantissimi colori, ma anche artifici».

E la dimensione onirica, nel corso dell’evoluzione artistica di Erika Zolli, è presente quasi come un marchio della sua fotografia in tutti i successivi progetti. Diventa di volta in volta, di lavoro in lavoro, lo strumento per leggere la realtà come un’altra possibile realtà (e così una tazzina di caffè ribaltata diventa una gonna indossata da una donna) o la dimensione intimistica, quella dell’anima e dell’animo, da indagare.

«Il surreale, l’onirico – continua Erika Zolli – sono due dimensioni molto presenti e molto potenti nei miei lavori e, prima ancora, nel mio modo di leggere ciò che ho davanti. Perché ciò che racconto, pur utilizzando soggetti o oggetti concreti, non appartiene solo alla sfera fisica, corporea, terrena». Questo lo si può vedere nelle immagini che compongono i progetti dai nomi disvelanti: “Levitation project” e “Surreal arabesque”.

Punto di frattura

Al Camponovo Zolli esporrà fotografie che hanno caratterizzato la sua svolta artistica, quella più recente e durante la quale gli ingredienti del gioco, dell’onirico e del surreale sfumano, senza però annullarsi, per creare una crasi del tutto nuova tra linee, forme geometriche, ambientazioni optical e la figura umana. Uomini e donne, volti e corpi, ma anche la natura con l’impiego dei fiori e di tutta la loro simbologia.

«Il mio switch artistico coincide con il periodo del Covid – racconta Zolli – quella situazione ha davvero dato vita a un cambio radicale e a una nuova vita. Lascio Milano per tornare a Varese con l’idea di fermarmi giusto il tempo di superare i lockdown. Invece decido di restare anche dopo. E da quei momenti di ansia e tensione nasce anche una consapevolezza più matura rispetto alla mia arte».

Sottrazione e addizione

Sottrazione, perché Zolli “perde” Milano. Ma addizione, perché la sua fotografia inizia a inquadrare anche se stessa: «Il cambiamento è concreto poiché, rispetto al passato, inizio a fotografare il mio volto senza più velature e oggetti che in qualche modo lo coprivano e lo cancellavano». Nasce così “Metamorfosi of self”, di se stessa, ma anche lavori sull’amore, inteso come sentimento che mette in rapporto due persone, ma anche due forme d’arte (in “Ascendit”, Zolli “ruba” pezzettini d’arte del suo compagno di vita, anch’egli artista). Il mondo circense dai mille colori e dalle forme curve, diventa minimal ed elegante con geometrie pulite e definite dal bianco e nero. In “Geometric variants” la figura umana, con le sue curve, non rompe l’equilibrio delle linee optical che offrono infiniti spunti e punti di vista, bensì “sta lì” a fare da anello di congiunzione tra il “qui e ora”, tutto ciò che è stato prima e le “n” possibilità di ciò che verrà. Stessa eleganza nella narrazione che compone “Aerial flower”, dove ci sono fiori, ma anche gambi, e dove torna in qualche modo (e grazie alla modella acrobata che si è prestata a questo progetto) quel mondo circense degli albori della fine art di Erika Zolli.

Info

Location Camponovo, via dell’Assunzione 17, Santa Maria del Monte, Varese
dal 5 al 27 agosto, al sabato e alla domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.

Per info e contatti: 347 9154958 (Mario Chiodetti).

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