Un 2021 a luci e ombre per il turismo a Varese: bene i laghi, male Malpensa

VARESE – Il 2021 è stato un anno a luci e ombre per il turismo in provincia di Varese. Se l’area dei laghi ha tenuto e anzi ha evidenziato anche il segno più continua a soffrire invece il territorio intorno all’aeroporto, ancora frenato dal crollo dei voli causato dalla pandemia. La Camera di Commercio sottolinea comunque l’importanza della risalita del turismo varesino, con percentuali in aumento per arrivi e pernottamenti. Cresce anche la permanenza media.

Oltre un milione di pernottamenti

Il rilancio è avviato dunque, ma i dati finali dell’anno 2021 relativi al sistema turistico varesino confermano quell’andamento a macchia di leopardo che già aveva caratterizzato il primo semestre. L’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio evidenzia sia la buona crescita delle presenze lungo le sponde dei laghi, sia la persistenza delle difficoltà nell’area attorno allo scalo di Malpensa. Negli scorsi dodici mesi gli arrivi complessivi sono stati 615.011 e i pernottamenti 1.238.700. «La crescita è stata rispettivamente del 22,8% per gli arrivi e del 30,5% per i pernottamenti – spiega il presidente dell’ente camerale Fabio Lunghi – siamo, ovviamente, ancora lontani rispetto alle cifre da record del 2019, ma la risalita è stata avviata e, anche grazie ai nostri progetti all’insegna dello slogan #Varese DoYouLake?, il nostro territorio ha confermato la sua attrattività per le vacanze active&green. Se gli stranieri sono, pur con qualche dovuta cautela, ritornati, la sorpresa sempre più positiva è quella dell’attenzione crescente che ci riservano i nostri connazionali».

Laghi al top

L’area dove si registrano i numeri più alti è quella dei laghi. Ottima la performance del Lago Maggiore, dove le presenze italiane sono cresciute del 2,7% persino rispetto al 2019. L’incremento complessivo dei pernottamenti nelle strutture di quest’area ha portato anche a un aumento della permanenza media, che è salita a 3,4 giorni. Questo ha fatto da effetto traino anche sul dato complessivo provinciale, dove la permanenza media è stata di 2,1 giorni, con un incremento di mezzo punto rispetto al dato di 1,6 con cui si era chiuso il 2019. Positivo anche l’andamento relativo alla zona del Lago Ceresio, pur con numeri contenuti, ma promettenti: qui gli arrivi sono stati 8.802 (+13,6% nell’ultimo anno) e i pernottamenti, a quota 26.460, sono aumentati del 27,1% nel confronto con il 2019. La conseguenza è stata, pure in questo caso, l’aumento della permanenza media che, nell’arco dei 24 mesi, è passata da 2 a 3 giorni.

Malpensa la nota dolente

«A fronte di questi dati incoraggianti – continua il presidente della Camera di Commercio – che lasciano ben sperare per una primavera che, secondo anche gli esperti sanitari, sarà finalmente libera da restrizioni, restano tutti i problemi della zona di Malpensa. Lo scalo gallaratese genera il maggior indotto occupazionale della nostra provincia e i pesanti rallentamenti dell’attività negli ultimi due anni hanno inciso in modo consistente anche sul comparto alberghiero». I dati 2021 della ricettività intorno a Malpensa dicono che, con 416.124 pernottamenti, il calo è stato del 58,4% rispetto al 2019: allora, le presenze avevano superato, sia pur di poco, quota 1 milione. «Auspico che, da parte di tutti gli organismi nazionali e territoriali – conclude Lunghi – ci sia uno sforzo verso un autentico rilancio in grande stile del comparto turistico, anche grazie a una comunicazione che, nel suo complesso, torni finalmente a orientarsi verso quegli elementi d’eccellenza, italiani come locali, che di certo non ci mancano».

L’occupazione delle camere

In riferimento all’andamento complessivo provinciale, la percentuale di camere occupate nelle strutture alberghiere varesine nel 2021 si è attestata attorno al 45%, con un picco di massimo raggiunto nei mesi estivi e, in particolare a luglio 2021 (61,5%). Il confronto con l’anno precedente evidenzia una situazione in netto miglioramento. I livelli pre-pandemia rimangono comunque lontani, se consideriamo che nel 2019 l’occupazione delle camere delle strutture varesine era stata del 75,7%. Il distacco più marcato, ancora una volta, è quello relativo all’area di Malpensa, dove nel 2021 il tasso di occupazione delle stanze non ha superato il 42,1%, a fronte di una media del 78,4% nel 2019.

Il commento di Federalberghi

A commentare i dati diffusi dalla Camera di Commercio è la Federalberghi Varese, per voce del presidente Frederick Venturi. «La ripresa dei flussi turistici a cavallo del periodo estivo non può minimamente compensare le perdite registrate dalle imprese in questi due anni – dice – ci sono strutture chiuse da marzo 2020 e altre che lavorano a singhiozzo. La ripresa è legata al deciso miglioramento dei dati epidemiologici alla ripresa degli spostamenti, al ritorno dei viaggiatori stranieri il cui numero in questi 2 anni è crollato. Si consideri che nel periodo pre-pandemia gli stranieri che soggiornavano nelle nostre strutture rappresentavano il 60% della clientela con in testa statunitensi, tedeschi e poi i cinesi. Il primo ed il terzo mercato sono quasi del tutto scomparsi». In questa situazione ad essere maggiormente penalizzate sono le strutture che lavorano con la clientela business con eventi, fiere e convegni, senza dimenticare quelle legate al mercato aeroportuale. «Finché non ci saranno condizioni sanitarie più tranquillizzanti il turismo continuerà a soffrire – continua Venturi – bene le misure di semplificazione in materia di green pass adottate nell’ultimo Consiglio dei Ministri. Ma non è sufficiente. Auspico che il Governo adotti delle misure mirate per sostenere economicamente il settore». Il rinnovo degli ammortizzatori sociali fino al 31 marzo per aiutare l’occupazione è un primo passo, ma gli operatori del settore attendono anche una risposta sulla richiesta di proroga della moratoria sui finanziamenti, sull’esenzione dell’Imu per tutto il 2022 ed un’azione decisa per calmierare i costi energetici. A livello locale Federalberghi Varese confida in un’interlocuzione con i comuni per eliminare quella ritiene essere una stortura del sistema di fiscalità locale: la tassa sui rifiuti. «È inaccettabile – conclude Venturi – che aziende chiuse o con bassa occupazione siano costrette a pagare l’imposta piena».