La politica impicciona in Lombardia. E’ fattuale!

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Vittorio Feltri: "La politica non si fa in base alle capacità, ma a calcoli nelle sedi dei partiti"

Non sarebbe Vittorio Feltri se non dichiarasse ciò che pensa, senza filtri né, tanto meno, condizionamenti. E’così che si rifiuta di presiedere la prima seduta del consiglio regionale, in programma mercoledì 15, in qualità di consigliere anziano. “E’ una regola del cacchio” sottolinea al Corriere della Sera, puntando l’indice anche sull’esclusione dalla giunta di Attilio Fontana dell’ex assessore Melania Rizzoli: “La politica purtroppo non si fa in base alla capacità, ma a calcoli nelle sedi dei partiti”. Poi, ancora: “La politica premia e castiga in base a calcoli che secondo me non hanno a che vedere con l’efficienza”. Lo dice il direttorissimo Feltri, nessuno obietta, né contrattacca. Ergo: viene il sospetto che nell’esecutivo di Palazzo Lombardia anche stavolta abbiano dominato le segreterie politiche. Sospetto? Qualcosa di più.

Sia come sia, il presidente Fontana ha riunito la sua squadra per la prima volta per tracciare le linee operative del mandato amministrativo che va a incominciare. Linee, diciamo così, tecniche e di massima, che non scendono nei particolari. Insomma, il governatore leghista rimane al coperto e, per il momento, parla in politichese. Lo comprendiamo. I cittadini però, vorrebbero subito conoscere che cosa, ad esempio, ha in animo la Regione per la Sanità, per ricordare il prioritario settore esposto alle disfunzioni e ai disagi. Le sue indiscusse eccellenze non giustificano le infinite liste d’attesa, la fuga dei medici e dei paramedici, la gestione traballante degli ospedali. Mica robetta, come tutti sanno. E, per soffermarci sulla provincia di Varese, c’è ancora da capire come si procederà per la realizzazione dell’ospedale in condominio tra Busto Arsizio e Gallarate, i cui attuali nosocomi paiono in fase di lenta ma inarrestabile dismissione. La scontata replica: siamo appena arrivati, dateci il tempo di studiare i problemi. Per carità, se non fosse che il centrodestra è ai comandi della Regione da quasi trent’anni e certe questioni, invece di essere risolte, sembrano aggravarsi.

Un altro esempio? Le quotidiane vie crucis a cui sono costretti i pendolari che si spostano con i treni. Un altro super problema mai risolto. Sforzi, è vero, per mitigare l’inefficienza ferroviaria ne sono stati fatti, ma insufficienti o, comunque, inefficaci. Per non parlare delle infrastrutture in genere. La Lombardia non il Burundi, sta alla pari, se non sopra, ai migliori Paesi europei, ma ha bisogno di continue attenzioni politiche e amministrative per non perdere i suoi primati. La Pedemontana da completare e, manco a dirlo, lo sviluppo di Malpensa sono due questioni a cui dare risposte definitive. Anche perché risultano basilari per la crescita economica e produttiva dei territori e, quindi, della stessa regione, in relazione alla mobilità e non solo. Scontato a questo punto inserire i discorsi riguardanti il lavoro, la casa, il Welfare in tutte le sue declinazioni. Senza dimenticare la Cultura, che chiede un rilancio a tutto campo benché, a sensazione, la politica non le riserva la necessaria importanza.

A complicare l’attività della giunta si inseriscono le Olimpiadi, in programma fra tre anni ma che già riempiono l’agenda regionale. Un appuntamento che impone una serie di questioni infrastrutturali e gestionali di peso, con implicazioni economiche altrettanto di sostanza. Guai a farsi trovare impreparati rispetto a un evento di valenza mondiale. Attilio Fontana non nasconde l’entusiasmo “con il quale tutti i componenti della nuova giunta hanno approcciato l’inizio formale dei nostri lavori”. Come cittadini lombardi, non possiamo che esserne lieti. Adesso però servono i risultati. Con la speranza che i rilievi di Vittorio Feltri sulla politica impicciona e pasticciona, che preferisce i soldatini a personaggi di riconosciuta competenza, si rivelino una boutade. Cioè, come ama dire l’inarrivabile direttorissimo, che non si manifestino fattuali.

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