Aborto: diritto o fallimento europeo?

Pietro Zappamiglio forza Italia
Pietro Zappamiglio

Nel 2021 è stata pubblicata una ricerca su “Issues in Law & Medicine” che ha coinvolto ben 5.577 biologi di 1.058 istituzioni accademiche di tutto il mondo che ha rilevato che il 96% di questi biologi fosse concorde sul fatto che la vita umana inizi con la fecondazione.

Direi che è una percentuale che lascia poco spazio a considerazioni diverse e seguendo questo dato oggettivo, togliere la vita ad un essere vivente non è differente o più grave che togliere la vita ad un feto, che è già un essere vivente.

E non esiste vita di serie A o di serie B.

Eppure sembra che così è, se il Parlamento Europeo ha votato a favore di inserire il diritto all’aborto nella carta dei diritti fondamentali, al pari del diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione…ecc

Sopprimere una vita diventa un diritto, senza la minima considerazione dei diritti del feto, vita di serie B senza diritti.

Lo trovo vergognoso, come obbligare tutti gli Stati Europei ad uniformarsi su temi tanto delicati, a pochi mesi dalla fine di questo Parlamento, che potrebbe non più essere realmente rappresentativo.

L’11 aprile il Parlamento Europeo ha deciso che l’aborto è un diritto fondamentale, e mi rattrista il dato che 29 eurodeputati italiani su 76, non si siano nemmeno presentati. Paura di perdere voti in vista delle elezioni? Si barattano voti per vite?

Come è chiara la spaccatura del Partito Popolare Europeo, partito di radici cattoliche, che ha votato in gran parte per il si (43 eurodeputati del PPE hanno votato a favore, 72 contro e 11 astenuti)

Mi chiedo dove sia la coerenza, coerenza dimostrata dal Partito Conservatore invece che ha votato in massa per il no, opponendosi a quella cultura della morte e del controllo demografico, che ha preso il via dal governo francese, primo Stato ad inserire l’aborto nella Costituzione, che ha trascinato poi il resto del Parlamento Europeo.

Un dato di fatto è il decremento demografico europeo, meno mezzo miliardo di abitanti tra pochi anni, contro l’Africa che supererà i due miliardi, senza parlare della Cina e dell’India.

Come è un dato di fatto la crescita della popolazione islamica tra il 2010 e 2050 del 73% contro il 35% dei cristiani. L’Europa è in declino, non solo demografico, si sta impoverendo nei principi e nei valori che affondano le proprie radici nel cristianesimo, si impoverisce della propria cultura e storia, amministrata da meri burocrati che livellano la cultura e la storia dei singoli Stati in qualcosa senza identità che rischia di frantumare e di far implodere l’Europa in nome di una civiltà che tanto civile non è se si accanisce contro chi non può difendersi.

Pietro Zappamiglio
sindaco di Gorla Maggiore e
esponente di Fratelli d’Italia

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