Aime sulla crisi di governo: «Il parlamento dia dimostrazione di responsabilità»

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Da sinistra a destra: Giuseppe Albertini, Gianni Lucchina e Jenny Santi

VARESE – Crescono gli appelli non solo al premier Draghi, ma anche ai partiti politici e alle forze presenti in parlamento, per far rientrare la crisi senza ulteriori scossoni e senza dover andare alle urne già a ottobre e senza aver approvato la legge di bilancio. E tra questa c’è anche quella di Aime che invita i partiti a dare prova di responsabilità a fronte di momento delicato sotto il profilo economico per imprenditori e mondo del commercio.+

La lettera di Aime

Con ansia e timore assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre imprese e i nostri commercianti, chiamati dopo la pandemia e con la guerra in corso, ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, coesione e serietà.

Noi enti intermedi, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei difficili problemi che affliggono le nostre imprese, chiediamo al presidente del Consiglio di andare avanti e spiegare al parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di Governo.

Su tutte: i rincari e l’irreperibilità delle materie prime, l’approvvigionamento energetico e l’inflazione galoppante che appiattirà i consumi. Allo stesso modo chiediamo con determinazione a tutte le forze politiche presenti in parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni.

Queste forze, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per le imprese italiane e per la popolazione tutta. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni.

Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezza e coerenza per affrontare temi chiari alle imprese di diversi settori merceologici: dal 110% per l’edilizia, alla transizione industriale 4.0 per il manifatturiero, sino alla transizione ecologica, fiscale e digitale che tocca i piccoli commercianti. Non possiamo permetterci di sprecare le immense possibilità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che negli scorsi mesi ha aperto decine di bandi per soggetti pubblici e privati al fine di investire su ambiente, energia circolare, infrastrutture, rigenerazione del patrimonio edilizio. Tutte misure strettamente necessarie per efficientare la necessaria autonomia energetica.

Come è possibile non essere preoccupati ad assistere a questo gioco delle poltrone mentre i nostri ragazzi guardano il loro futuro oltre frontiera, molte imprese stanno soffrendo o peggio chiudendo, molti lavoratori hanno perso il lavoro ed aumentano a dismisura i casi di povertà.

Aime dando voce ai propri Associati, non può tacere. È nostro dovere esortare le forze di maggioranza e di opposizione affinché avvenga una sintesi prolifica di idee ed iniziative in tempi molto brevi che eviti una crisi al buio e si ridia slancio alle riforme avviate dal Governo. Per questo serve ed esigiamo il massimo senso di responsabilità dalla Politica: evitate crisi al buio che penalizzano il futuro dei nostri figli.