Dopo la polemica vince il fair play nel confronto tra i candidati sindaco a Varese

Aime confronto sindaci

VARESEEconomia, rigenerazione urbana, lavoro e salute, con sullo sfondo le risorse in arrivo dal Pnrr: questi i temi al centro del confronto tra i candidati sindaco di Varese organizzato nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 9 settembre, dall’associazione di categoria Aime. Dopo un inizio caratterizzato dalle polemiche, con la protesta da parte dei candidati esclusi, il dibattito è entrato nel vivo e si è svolto all’insegna del fair play tra i partecipanti. A parlare dal palco sono stati alla fine 5 candidati su 7: Davide Galimberti, Matteo Bianchi, Daniele Zanzi, Carlo Alberto Coletto e Caterina Cazzato.

Come rilanciare turismo e commercio

La prima domanda posta da Aime agli aspiranti sindaco ha affrontato il tema del futuro del commercio e del turismo in città. «Varese è rimasta indietro sul tema del turismo rispetto ad alcuni competitor diretti come ad esempio Como – ha detto Matteo Bianchi – dobbiamo colmare questo gap di attrattività, cercando anche di migliorare l’accessibilità alla città». Per Caterina Cazzato «bisogna valorizzare lo sport e la cultura con progetti a lungo termine che abbiano riflessi positivi sul commercio e sul turismo». Daniele Zanzi ha riflettuto sul futuro che deve avere Varese. «Serve una visione ambientale con Varese che sia un faro per tutta Italia. I soldi che arrivano da Bruxelles devono essere investiti lì. Questo avrà un beneficio sul turismo e sul commercio». Per Carlo Alberto Coletto Varese deve avere una vocazione legata a terziario, turismo e servizi. «Per il commercio puntiamo su una città con un decoro urbano migliore, più sicura e più pulita che invogli la gente a uscire. Quindi un incremento degli eventi culturali per far diventare Varese un polo di attrazione culturale e turistica». Infine il sindaco uscente Davide Galimberti ha parlato del ruolo di Varese in rapporto con Milano e il Canton Ticino. «Una serie di occasioni che devono essere sfruttate per la nuova epoca che viviamo e che vivremo in prospettiva. Ci sono risorse che a differenza del passato rendono attuabili una serie di progetti».

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Rigenerazione urbana e area vasta

Aime ha quindi interrogato i candidati sindaco sul tema della rigenerazione urbana e del ruolo di Varese all’interno dell’area vasta che include anche i comuni limitrofi. «Rigenerare non significa ricementificare – ha esordito Daniele Zanzi – non si può demolire un luogo come l’Aermacchi per costruire uno scatolone, un supermercato e una piscina e fare un parco fluviale dove fiume non c’è perché è a secco». Matteo Bianchi si è soffermato sul tema dell’area vasta. «Il sindaco che verrà non potrà pensare alla città del domani solo in base ai confini di Varese. La città dovrà avere un ruolo di guida e capoluogo del territorio insubrico, che è mancato in questi anni». Il sindaco Davide Galimberti ha ricordato il centro di formazione sul tema dell’automotive che nascerà a Valle Olona e ha parlato del Pgt. «L’obiettivo è arrivare entro ottobre 2022 ad approvare il nuovo strumento urbanistico, con non più di 25 articoli». Carlo Alberto Coletto ha sottolineato la presenza in città di aree fatiscenti, anche in centro. «Pensiamo all’idea di rigenerare edifici per creare condomini assistiti dove possano essere domiciliati anziani autosufficienti supportati da famiglie di giovani in collaborazione con l’università e facendo vivere l’area sottostante con negozi di prossimità». Infine l’intervento di Caterina Cazzato. «Vogliamo che la città abbia un’identità, che il turista o chi si avvicina a Varese possa percepire che Varese è una città giardino, dello sport, sicura, pulita, accogliente e illuminata».

Il ruolo del Comune nella sanità

Aime ha infine chiesto ai candidati quale dev’essere il ruolo del Comune in tema di salute, con le nuove prospettive in vista con il Pnrr. «I comuni avranno un ruolo determinante sulla sanità nei prossimi anni ed è il motivo per cui l’ho messo come primo punto del programma elettorale», ha detto Davide Galimberti. «Dovranno essere potenziati i servizi sociali – ha sottolineato Carlo Alberto Coletto – sarà richiesto un ridisegno complessivo di tutta l’area sociosanitaria all’interno del Comune». Daniele Zanzi è invece più cauto in merito a quanto previsto nel Pnrr per le case di comunità. «Ogni casa dovrebbe comprendere 5 amministrativi, 10 medici e 8 infermieri. Un costo di circa 661 milioni di euro di stipendi annui, ma non ci sono le risorse per fare questo. Stiamo parlando di area fritta e demagogia». Secondo Caterina Cazzato il Pnrr «è un’occasione per creare nuovi posti di lavoro ma bisogna riflettere molto bene sulle reali necessità del territorio». Matteo Bianchi ha parlato della salute come di un tema prioritario. «Bisogna fare tesoro del passato e del tema della pandemia per evitare di ricommettere gli stessi errori. Dal punto di vista comunale riteniamo che sia mancata la comunicazione diretta coi cittadini».

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