Varese, San Fermo saluta il “suo figlio” Giuseppe Guzzi tra il rombo delle moto

San Fermo

VARESE – Il rombo delle moto, fumogeni tricolori e palloncini lanciati in aria: San Fermo ha voluto salutare così Giuseppe Guzzi. Si sono svolti nel pomeriggio di oggi, sabato 22 maggio, i funerali del giovane di 24 anni, scomparso la scorsa settimana in seguito ad un incidente in moto accaduto proprio nel rione.

Accompagnato dalle motociclette

I suoi amici lo hanno accompagnato in moto fino all’ultimo. All’uscita dalla chiesa il feretro è stato accolto dal rombo dei motori, e le motociclette hanno voluto scortare il carro funebre mentre lasciava piazza Spozio. Tra tanti applausi e commozione Giuseppe, o meglio Peppe come era conosciuto nel quartiere, è stato salutato anche da un lancio di palloncini e dai fumogeni che hanno composto i colori della bandiera italiana. A lui erano dedicati anche due striscioni appesi di fronte alla chiesa, che recitavano “San Fermo piange suo figlio” e “Vivere nel cuore di chi resta significa non morire mai”. Dentro e fuori dalla chiesa tantissime persone gli hanno dedicato un ultimo saluto.

Quattro parole per Giuseppe

«In questi giorni – ha detto durante l’omelia il parroco di San Fermo don Stefano Cucchetti – mi sono chiesto più volte quali parole Dio stesse pronunciando quando si è trovato di fronte Giuseppe. Credo che queste parole siano quattro». La prima è fragilità. «Quanto abbiamo vissuto in questi giorni è la dimostrazione di quanto sia fragile la nostra vita». Quindi l’amicizia, rappresentata dalle tante persone che si sono volute stringere intorno a Giuseppe. Poi c’è il silenzio. «Dio tramite Giuseppe ci dice di avere il coraggio del silenzio, che custodisce la memoria e protegge coloro che restano». Infine il futuro. «Il nostro fratello Giuseppe è risorto ed è nel futuro delle nostre vite».

Il ricordo della sorella

Al termine della messa a ricordare Giuseppe è stata la sorella più piccola, che gli ha voluto dedicare un saluto. «Quando mi hai insegnato ad andare in bici sapevo che saresti stato sempre dietro di me, adesso mi giro e non ti vedo. Ricordo quando mi hai insegnato a difendermi: ora chi mi proteggerà da questo mondo? Ti voglio ricordare con il tuo sorriso contagioso. Spero di vederti nei miei sogni». Quindi il saluto finale. «Sulla ringhiera ci sono appesi degli attrezzi. Usali per aggiustare la moto e insegnare agli angeli come si impenna».

San Fermo

L’incidente in via Rovereto

L’incidente che è costato la vita a Guzzi si è verificato lo scorso 13 maggio intorno alle 19.30. Il giovane era in sella ad una Kawasaki e stava percorrendo via Rovereto. All’improvviso ha perso il controllo della motocicletta, che è finita fuori strada nei pressi del centro sportivo all’angolo con via Tarvisio. Le gravi ferite riportate nella caduta gli sono state fatali: Guzzi è deceduto la sera stessa. Con lui in sella c’era una ragazza di 17 anni di Besano, che è stata ricoverata all’Ospedale di Varese ma fortunatamente non è in pericolo di vita.