Bagno di folla per Conte a Varese: «Il reddito di cittadinanza una necessità»

VARESE – Non un applauso corale, del resto nel Movimento Cinque Stelle “uno vale uno”. Ma tanti “Grazie presidente”, “Presidenti resiste” e selfie come se non ci fosse un domani. Il popolo pentastellato accoglie il suo guru, (come l’ha definito il consigliere regionale Roberto Cenci), l’ex premier Giuseppe Conte e leader del Movimento, in maniera scomposta, ma molto calorosa. Tanto che Conte (oggi, giovedì 9 settembre) è costretto ad arrivare ai Giardini da un ingresso laterale. Si concede qualche metro in solitaria prima del “bagno” di fan, che nel frattempo sono sgusciati da ogni dove. E non serve l’invito a fare spazio, rivolto alla gente presente dallo stesso Conte, per poter avanzare.

L’arrivo dell’ex premier ai Giardini

Ad accogliere l’ex premier in vista a Varese c’era il sindaco Davide Galimberti, i vertici nazionali, regionali e locali pentastellati, ovvero il deputato Niccolò Invidia e il consigliere Roberto Cenci, Antonio Ferrara di Varese e da Busto i consiglieri Claudia Cerini e Luigi Genoni. Presenti anche gli esponenti della coalizione di centrosinistra, a partire dal senatore dem Alessandro Alfieri, passando per Daniele Marantelli, il segretario cittadino del Pd Luca Carignola e alcuni candidati.

L’intervento di Conte

Giuseppe Conte ai microfoni della stampa e prima della passeggiata in centro e lungo corso Matteotti, ha parlato del Pnrr e delle risorse stanziate dal Governo e che arriveranno anche a Varese.

Il reddito di necessità misura necessaria

Ha poi dato un messaggio al Nord e alle imprese e affrontato il tema del reddito di cittadinanza: «Necessario a fonte dei nuovi poveri che si aggiunti con la pandemia per evitare uno sconquasso sociale. Questa è una misura necessaria e di civiltà».

L’appuntamento saltato di Busto

L’ultima battuta è per Busto Arsizio: «Gli amici di Busto li ho invitati qui a Varese. A Busto non sono andato – ha ricordato in riferimento agli insulti a Giorgia Meloni – per dare un segnale forte. Queste sono cose non possiamo accettare».