Allarme Pro Patria: “I campi non bastano più, i protocolli Covid ci stanno mettendo in ginocchio”

BUSTO ARSIZIO – A pochi giorni dall’ufficializzazione degli allenatori del settore giovanile della Pro Patria, Giuseppe Scandroglio, il responsabile del vivaio biancoblù capace in questi anni di lanciare in prima squadra giovani come GhioldiFerriMolinari e Banfi (senza dimenticare gli allievi e i Berretti aggregatasi alla prima squadra) lancia un grido d’allarme: “I protocolli Covid che le società professionistiche sono a tenute a seguire per ovvie ragioni di sicurezza ci stanno davvero mettendo in ginocchio: e non mi riferisco soltanto agli alti costi che la nostra presidentessa sta sostenendo (si parla di una cifra mensile di 20mila euro – ndr), ma ai problemi logistici che il rispetto e l’osservanza delle norme generano“.

Il problema campi e spogliatoi

Che a Busto Arsizio, la quinta città della Lombardia tanto per non dimenticarlo, le formazioni giovanili della centenaria Pro Patria siano da anni e anni costrette a “mendicare” campi da gioco fuori i confini, è purtroppo un fatto noto ed arcinoto che rappresenta peraltro una macchia per la città e per la sua classe politica. Ma la situazione, complice l’emergenza Covid, sta diventando davvero insostenibile: “Nel rispetto della salute dei nostri ragazzi, che per noi dirigenti è ovviamente la priorità, i protocolli in essere ci permettono di destinare ogni spogliatoio ad otto atleti al massimo. In più, per evitare assembramenti, l’accesso ai campi d’allenamento a nostra disposizione nell’antistadio dello Speroni deve essere contingentato, evitando sovrapposizioni d’orario fra le diverse squadre. Il che, come si può ben immaginare, ci ha già costretto a rivolgerci fuori Busto per chiedere dei campi dove far allenare i nostri ragazzi, perché quelli attualmente a nostra disposizione non ci bastano per poter mantenere gli standard di sicurezza Covid richiesti“. E come se non bastasse, in questi giorni a Busto, ci si è messa pure la legionella che – per ovvie ragioni di sicurezza – ha indotto la società a vietare ai giocatori di utilizzare le docce.

E il Carletto Reguzzoni

La situazione insomma in via Ca’ Bianca sta diventando insostenibile. E la vicenda del “bando” per l’assegnazione del campo di via Valle Olona, lasciato libero dal Busto 81 che ora vorrebbe ripartire dalla terza categoria, potrebbe proprio venire in soccorso della Pro Patria, ma più in generale della città di Busto Arsizio, attesa a ragionare e pensare finalmente in grande. Entro le ore 12 del 9 settembre le quattro società in lizza, che hanno già effettuato il sopralluogo in via Valle Olona non senza sorprese (gli uffici e gli spogliatoi non erano stati svuotati perché l’Ufficio Sport, dopo aver consentito alla società originaria l’attività fino al 31 agosto, ha altresì acconsentito che l’eventuale sgombero avvenga solo dopo l’assegnazione…), dovranno presentare la relazione che verrà poi valutata dal responsabile Unico del Procedimento dott. Massimo Fogliani.

campi Pro Patria Covid – MALPENSA 24