Il rilancio dell’ospedale di Angera non convince. I tre interrogativi degli esclusi

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ANGERA – «Lodevole la volontà di informarci su ogni evoluzione positiva, ma notiamo che è mancato un contraddittorio pubblico, così come la possibilità di porre domande». Che decidono di fare ora. Richieste di chiarimento sul futuro dell’ospedale di Angera, avanzate dai gruppi di minoranza Allea (Angera), Taino Futuro e Tradizione (Taino), Golasecca Tradizioni e Futuro Sostenibile (Golasecca), Insieme per Sesto e Sesto2030 (Sesto Calende). Il riferimento va all’incontro dello scorso 7 aprile dedicato alla sanità del Basso Verbano, promosso dall’associazione Amor e organizzato dal Comune in collaborazione con Asst Sette Laghi.

Le domande

Un incontro che le opposizioni del Basso Verbano ritengono «lodevole», certo. Per «la volontà di informarci su ogni evoluzione positiva, forse in modo un po’ enfatico, ricco di ringraziamenti a chiunque stia dedicando il proprio lavoro alla causa». Ma facendo notare che «è mancato un contraddittorio pubblico». Da qui, l’idea di «rivolgere alcuni interrogativi, raccolti anche fra le persone che hanno assistito alla serata e fra i medici di base del territorio». Questi:

– Il numero dei medici sarà adeguato o sarà ancora necessario “prenderli in prestito” da altre
strutture ospedaliere?

– Il 110% dei servizi (così come prospettato a miglioramento della situazione attuale) è poca cosa
se proporzionato al livello più basso toccato appena prima della pandemia da Covid-19. Possiamo
auspicare un potenziamento dei servizi allo stesso livello dei tempi d’oro del Carlo Ondoli?

– Dove sorgerà la Casa di comunità? Avrà l’assenso dei medici di base e degli altri operatori o
sarà semplicemente “calata dall’alto”?

«Non serve una scatola vuota

«È importante partire da numeri e impegni concreti su cui costruire una riflessione comune, che
parta dal territorio e si estenda ai vertici dell’ospedale», sottolineano. «Desideriamo associarci ai commenti pubblicati in queste ore dai rappresentanti delle associazioni locali, che sostengono quel che diciamo da tempo: non serve costruire una scatola vuota, è tempo di porre le condizioni per avere personale motivato e stabile nella struttura del nostro ospedale». Confermando l’impegno: «Vigiliamo e siamo a disposizione in modo costruttivo per un nostro bene pubblico importantissimo: l’ospedale che ha offerto e continua a offrire il diritto alla salute ai cittadini».

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