Anno nuovo con il signor G

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L'anno nuovo Inizia con la "lezione" del signor G

di Massimo Lodi

In principio del ‘24 ci farà compagnia il signor G, a vent’anni dalla morte e però vivissimo. L’1 gennaio la serata di Raitre propone il docufilm “Io, noi e Gaber”, scrittura e regia di Riccardo Milani. Profusione d’ospiti e immagini, sequenze di piccola/grande storia italiana: un tot d’umanesimo che ci appartiene, volenti o nolenti. Musicista, scrittore, cantante, drammaturgo, attore eccetera, Gaber fu gigante tra nani: uomo speciale, emblema d’una contro-narrazione epocale. Pervasa da spirito critico, intuito d’orizzonte, tratto semplice. Questione di geni (questione di Geni).

Una volta gli chiesero di pronosticare l’anno a venire. Risposta: il futuro vien raggiunto da chiunque alla velocità di sessanta minuti l’ora, qualunque cosa faccia, chiunque sia. Cioè: realismo della quotidianità, luci basse, percezione dell’insieme. Siamo micro-cose d’una universalità misteriosa. Mai scordarsene, al netto di religione e/o laicità. Inutile dedicarsi alle previsioni, e figurarsi ai bilanci.

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Massimo Lodi

Vale Gaber a dare il senso del fittizio passaggio da una scadenza astronomica all’altra. Fittizio perché convenzionale. Incorniciato dalle mode-influenze dell’istante. Oggetto d’elencazioni semprelesolite. Guerre e povertà, diseguaglianze e soprusi, tormenti e dolori: non c’è pacchetto di 365 giorni che ne sia privo, compreso l’ultimo. Pace e benessere, gratificazioni e gioie, dirittura e moralità: non c’è idem-pacchetto che non vi aspiri. Ce le diciamo con regolare cadenza, queste cose. Ma se costretti a ripeterle ciclicamente, significa che risultiamo inadatti a reggere gli strappi d’irrazionalità, scempiaggini, errori, dissennatezza, incrudelimento. Et et et.

E dunque che importa -torniamo al signor G- accapigliarsi su colpe e meriti passati, gareggiare in promesse e auspici futuri? Più che guardar fuori, dovremmo guardarci dentro. “Tutti noi ce la prendiamo con la storia. Ma io dico che la colpa è nostra. È evidente che la gente è poco seria, quando parla di sinistra o destra. Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?”. Ecco, appunto. Destra o sinistra, simbologia a piacimento di bene/male. Di demonizzazioni ed egoismi. D’infingimenti e astuzie. Troppe chiacchiere, scarsi fatti. Troppi biasimi, scarse autocritiche. Troppa superficie, scarsa profondità.

Il rimedio? Siamo seri, appuntandoci il rimbrotto del signor G. Seri, ovvero? Giusti. Generosi, Garbati. Dei signori G responsabili, coscienziosi, degni d’affidabilità. Quando usciamo di casa, okay, ma anche quando ci osserviamo allo specchio. Sperando d’intravedere profili di coraggio, libertà, passione civile, senso comunitario. Il resto -che ci raccontiamo e ci vien raccontato nella notte del brindisi- è retorica, folclore, ipocrisia, borotalco. Son bollicine/ballicine.

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