Area feste devastata, Pd Cardano: «Il sindaco revochi la delega a Marana»

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CARDANO AL CAMPO – Ci sarà un momento in cui questo grande dramma del coronavirus finirà e avremo voglia di uscire all’aria aperta. «Ma a Cardano si è aggiunto un piccolo dramma, l’area feste comunale che sarebbe potuta essere uno dei luoghi dove ricominciare a vivere all’aperto è stata devastata dagli interventi inadeguati della giunta e segnatamente dell’assessore Marana, proprio colui che della gestione del verde faceva il suo cavallo di battaglia e invece messo alla prova del fuoco ha fallito in modo clamoroso». A parlare il Pd, attraverso il segretario Massimiliano Zocchi, dopo aver analizzato la documentazione richiesta dal consigliere Vincenzo Proto. Secondo i Dem, la maggioranza Colombo (Lega, Fratelli d’Italia, Civici per Cardano) ha commesso una catena di errori che hanno portato alla devastazione dell’area. Li riassumono in quattro punti, a cui si aggiunge la conclusione in cui si chiede ufficialmente al sindaco Maurizio Colombo di revocare la delega all’assessore Angelo Marana (Urbanistica), ritenuto il responsabile dello scempio urbanistico in via Carreggia.

Disboscamento area feste Cardano

1 – L’assegnazione dell’incarico

Hanno commesso un primo errore nell’assegnare l’incarico senza alcuna indicazione di come doveva essere effettuata la manutenzione del verde, semplicemente si lasciava la legna ottenuta come compenso. Chiunque può capire che solo un boscaiolo interessato a tagliare il più possibile sarebbe stato l’assegnatario di questo tipo di incarico. Ci pare strano che non si siano premurati di acquisire il parere di un agronomo che avrebbe fornito all’amministrazione un supporto qualificato.

2 – Marana ha preso tutto per buono

 La richiesta, fatta all’ente Parco del Ticino, di abbattimento delle piante è stata ampiamente eccedente le reali necessità, infatti al di là di qualche pianta che poteva essere abbattuta a causa di problemi di stabilità dovuti ai forti venti che ci sono stati in alcun giornate dello scorso autunno, per il resto modeste e selettive potature erano sufficienti a garantire la sicurezza, ma come detto sopra se la richiesta viene dal boscaiolo e l’assessore prende tutto per buono è inevitabile che si finisca per chiedere di abbattere tutto.

3 – Il post cancellato

 Il Parco del Ticino non ha chiesto di abbattere niente, come erroneamente ha scritto Marana sui social network (post nella foto in basso che ha poi cancellato), ma a seguito della richiesta del boscaiolo ha autorizzato l’abbattimento di alcune piante segnalando però di “rilasciare” un certo numero di robinie oltre alla farnia che è stata effettivamente rilasciata, quindi ci chiediamo perché si sia abbattuto tutto invece di rilasciare le robinie indicate dal Parco del Ticino. Si noti che Marana scriveva che l’ente Parco aveva segnato le piante di abbattere mentre l’autorizzazione dice il contrario, sono state segnate le piante da rilasciare.

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4 – I dubbi sulla ripiantumazione

 Nell’autorizzazione è previsto che si debbano mettere a dimora nuove piante di carpino bianco e farnia, ma non si parla di espiantare i ceppi rimasti né si menziona l’altezza o l’età minima di questi nuovi alberi. Potrebbe quindi accadere che le nuove piante siano pianticelle e che i ceppi debbano essere espiantati a carico del Comune.

Le conclusioni

A causa di tutto ciò abbiamo un’area a uso sociale che non è più utilizzabile. Rileviamo inoltre che l’assessore in questione, dopo il disastro, ha avuto l’arroganza di postare sui social network nomignoli derisori su chi chiedeva conto delle sue azioni e di scaricare sulle precedenti amministrazioni e sul Parco del Ticino gli errori che sono solo suoi. Se l’assessore non vorrà prendere atto dei suoi errori ci rivolgiamo al sindaco affinché gli revochi la delega. A questo punto ci auguriamo che essendo stato fatto il danno qualcuno non pensi di cementificare l’area, cosa che sarebbe di pessimo auspicio in relazione alla prossima revisione del Pgt. Con il gruppo Progetto Cardano sarà nostra cura difendere l’interesse di associazioni e cittadini nel prossimo consiglio comunale con puntuali domande sul futuro dell’area.

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