Cibo, farmaci e accoglienza: ad Arsago 30 profughi ucraini. «Basta poco per aiutare»

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ARSAGO SEPRIO – Sono già 30 i profughi ucraini accolti ad Arsago Seprio. Il Comune guidato dal sindaco Fabio Montagnoli tira le prime somme e fa un bilancio delle attività svolte finora dalle associazioni cittadine, con il supporto dell’amministrazione comunale, per dare una mano a chi è in fuga dalla guerra. Dalla raccolta di cibo, a quella dei farmaci. Fino alle missioni verso il confine tra l’Ucraina e la Polonia, vere e proprie spedizioni per consegnare il materiale ricevuto dalle campagne solidali e per recuperare alcune persone da portare in Italia.

Cibo, farmaci e missioni

«Davanti all’immane tragedia che il popolo ucraino sta vivendo, tutta l’Italia si è attivata per prestare aiuto a questa popolazione così bisognosa di sostegno», sottolinea il primo cittadino. «Anche il nostro paese si è da subito mosso per portare aiuti e speranza». A partire dalle parrocchie di Arsago e Casorate Sempione, che il mese scorso hanno promosso una raccolta di generi alimentari e farmaci. «La risposta è stata veramente alta, al di sopra di ogni aspettativa», prosegue. «Parte del materiale raccolto è stato portato direttamente al confine tra Polonia e Ucraina, grazie a diversi concittadini che hanno organizzato viaggi per consegnare cibo e riportare in Italia donne e bambini». Persone che «ora sono ospitati da alcune famiglie del territorio». Non tutti gli alimenti sono stati portati oltreconfine dai volontari arsaghesi. Infatti, una parte «è stata ritirata dall’associazione Anna Sofia di Varese che ha organizzato le spedizioni più grosse». Un’occasione per «ringraziare chi ha donato e quanti hanno collaborato a questa importante iniziativa».

Sensibilizzare

Nel frattempo la parrocchia ha allestito un carrello solidale al Famila di Castronno, «per sensibilizzare e raccogliere cibo». Questo perché «il contributo di ciascuno di noi, anche se piccolo e che a volte sempre insignificante, può essere di grande aiuto a qualcuno che ha veramente bisogno», aggiunge Montagnoli. Oltre al carrello solidale, chi volesse donare cibo o denaro, o mettere a disposizione un alloggio per accogliere i rifugiati, può rivolgersi direttamente al parroco o al sindaco. Per ora, i trenta profughi arrivati in paese «sono per la maggior parte bambini». L’amministrazione ha subito dato disponibilità, con i volontari della parrocchia, a distribuire alimenti all’ex sede dei vigili al Parco Pissina.

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