Assembrati in coda alle Poste. L’avvocato di Busto protesta: «Non da Paese civile»

BUSTO ARSIZIO – «Un’ora e mezza di coda e assembramento al freddo per ritirare una raccomandata. Così non va». A raccontare la sua «disavventura quotidiana» all’ufficio centrale delle Poste di via Mazzini è il noto avvocato bustocco Walter Picco Bellazzi, dopo una mattinata persa, oggi 8 gennaio, per recuperare una lettera urgente dopo che gli era stato lasciato l’avviso di giacenza nella cassetta della posta. Ma se il problema della mancata consegna delle raccomandate lo fa arrabbiare ormai da anni, è «intollerabile» dover stare in coda fuori dalla sede delle Poste centrali in tempi di emergenza Covid. «C’era più gente lì che fuori dalla farmacia in fila per i tamponi» rivela l’avvocato ed ex consigliere comunale, che abita nelle vicinanze della farmacia di via Dante che effettua i test Covid senza prenotazione.

La protesta

walter picco bellazzi

«Non è da Paese civile» la sentenza dell’avvocato Picco Bellazzi (nella foto), che alle 11 di questa mattina, 8 gennaio, ha documentato l’affollamento di persone in coda fuori dall’ufficio postale di via Mazzini. «Qui ci sono i veri assembramenti, che andrebbero evitati a maggior ragione in una città in cui il numero di contagiati negli ultimi giorni è stato notevole». Quasi 900 in due giorni prima dell’Epifania solo a Busto, un migliaio in tutto negli ultimi tre giorni, stando ai report di Regione Lombardia. Oltretutto senza un minimo di attenzione per i disagi dell’utenza: «Ci sono delle persone anziane che dopo essere state un quarto d’ora in piedi al freddo se ne sono andate via – racconta Bellazzi – e all’interno, anche per via del distanziamento, i posti a sedere per l’attesa sono pochi».

Il problema delle raccomandate

Eppure, secondo l’avvocato bustocco, le soluzioni ci sarebbero: «Al di là del fatto che i postini hanno questa cattiva abitudine di suonare il campanello e lasciare l’avviso di giacenza negli orari in cui gli uffici sono chiusi oppure scappando via senza nemmeno aspettare che qualcuno risponda e scenda a ritirare la raccomandata – le parole al vetriolo di Picco Bellazzi – una volta c’era un ufficio dedicato solo al ritiro delle raccomandate, che funzionava bene ma che poi ad un certo punto è stato inspiegabilmente tolto. Ripristinarlo in questo periodo di emergenza permetterebbe quantomeno di evitare inutili assembramenti per fare un’unica coda indistinta per ogni tipo di operazione fuori dagli uffici postali». Anche perché, ammette l’avvocato, «tra tutte le code che ho fatto in quest’ultimo periodo, quella in Posta è stata senza dubbio la più lunga. Un’ora e mezza in tutto per ritirare una raccomandata. E quando sono uscito la fila era identica a quella che c’era quando sono entrato».

L’opzione: prenotare con la App

Insomma, qualcosa va fatto per invertire la tendenza. L’alternativa per gli utenti è la prenotazione online attraverso l’app Ufficio Postale di Poste Italiane, che ad esempio per lunedì 10 gennaio offre diversi slot liberi anche nella sede centrale di via Mazzini, per tutte le operazioni. E che permette di saltare la coda fissando un appuntamento ad una determinata ora. D’altra parte, Picco Bellazzi non risparmia qualche responsabilità agli utenti degli uffici: «Dovrebbero sbrigarsi anche loro quando sono allo sportello, invece di raccontarla agli addetti per passare il tempo».

Busto, lunghe code agli uffici postali. «Ore per ritirare una raccomandata»

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