ASST Valle Olona ricorda i morti del Covid. Cislaghi a Busto sfida i NoVax: «Vergogna»

BUSTO ARSIZIO – «È una vergogna che dopo quattro anni e dopo tanti morti fatti dal Covid ci sia ancora chi si permette di riempire di scritte No Vax il cimitero di Busto». Lo ha dichiarato Mario Cislaghi, assessore di Busto Arsizio delegato ai cimiteri, durante la commemorazione delle vittime del Covid, che si è svolta questa mattina, 18 marzo, in contemporanea nei quattro presidi ospedalieri di ASST Valle Olona. A Busto Arsizio, appunto, dove era presente il neo direttore generale Daniela Bianchi, ma anche a Gallarate, Somma Lombardo e Saronno.

Ancora eroi

«Per me siete ancora eroi» le parole della DG Daniela Bianchi di fronte a medici, infermieri e tecnici dell’ospedale, ma anche volontari della Croce Rossa, della Protezione Civile e di associazioni come la LILT – tutti coloro che quattro anni fa, nel momento più drammatico della pandemia, hanno combattuto in prima linea per salvare vite. Allora l’attuale DG di Asst Valle Olona lavorava all’ASST di Lodi, nell’epicentro della pandemia: «Passammo, tutti, quattro mesi in ospedale – racconta Daniela Bianchi – tutti gli operatori del territorio avevano un parente, un familiare, un amico colpito dal Covid». Alle 12.30 in tutti e quattro gli ospedali dell’azienda è risuonato il “silenzio”. Tra i brividi lungo la pelle per chi in quei giorni era in prima linea.

Le testimonianze

Nelle testimonianze c’è la commozione di chi ha vissuto un periodo «come se fosse una guerra». Una volontaria della Prociv ricorda con le lacrime agli occhi di aver «preso la telefonata dei familiari della prima persona che è venuta qui con il Covid ed è morta», una vicenda che la costrinse a chiedere un supporto psicologico. «Non avevamo nemmeno le mascherine – continua Daniela Bianchi – ci siamo subito resi conto, come per l’epidemia di Ebola, che la prima cosa da fare era proteggere gli operatori». Il direttore medico di presidio Francesca Crespi «». Prima della benedizione, il cappellano don Fabrizio Barlozzo ricorda «lo smarrimento» di quei giorni, ma anche che «dietro le parole di ricordo e commemorazione, che rischiano di diventare di circostanza per chi non ha vissuto quei giorni dal di dentro, ci sono volti, storie, drammi». E Valeria Cozzi, volontaria LILT, esprime ancora «gratitudine per gli operatori di oncologia che in 48 ore hanno spostato tutto il reparto».

Il ricordo a Castellanza

Anche a Castellanza, di fronte all’ulivo piantato nel 2020 per ricordare i morti per il Covid, si è tenuta una commemorazione. «Un momento semplice ma di grande commozione – il commento del sindaco Mirella Cerini – questa giornata ci richiama tutti ad una profonda riflessione su quel periodo drammatico che ha profondamente stravolto la nostra quotidianità. Questa è anche l’occasione per ricordare la solidarietà forte della comunità che ha reagito con coraggio in quella drammatica situazione». Il parroco don Gianni aggiunge che «celebrare questa Giornata, vuol dire non solo ricordare i nostri cari defunti, ma fare anche memoria di ciò che è accaduto e mettere in atto tutti quegli atteggiamenti e quelle attenzioni verso l’altro che spesso, finita una situazione di emergenza, tendiamo a dimenticare o a procrastinare».

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