Baff, la lezione di Umberto Eco nel “docu” di Ferrario. E a Busto arriva il “Pojana”

Umberto Eco, raccontato nel documentario "La biblioteca del mondo". Nel riquadro, Andrea Pennacchi, alias "Pojana"

BUSTO ARSIZIO – Umberto Eco superospite del Baff 2023. Almeno idealmente, visto che è stato il protagonista assoluto del documentario di Davide Ferrario “La biblioteca del mondo”, dedicato alla sconfinata collezione di libri del grande semiologo, scomparso sette anni fa, già sul palco del B.A. Film Festival nel 2010. A presentare il “docu”, al cinema Manzoni, è stato lo stesso regista Ferrario, accolto dal direttore artistico del Baff Steve Della Casa ricordando il suo grande successo “Dopo mezzanotte” del 2004, «il miglior racconto della Torino post-industriale».

L’antefatto

Davide Ferrario

«Era un bibliofilo, e non un bibliomane – dice Davide Ferrario di Eco – ci teneva che tutti condividessero la sua ricchezza». II documentario, uscito nel 2023, nasce però di fatto nel 2015, quando il regista incontrò Umberto Eco per realizzare una videoinstallazione alla Biennale di Venezia: «Non era altro che una chiacchierata montata in maniera creativa. Ma alla fine di una giornata di lavoro, mi chiese: “Ma vuole vedere la mia biblioteca?” – racconta Ferrario – e se te lo chiede Eco, vai, con molta curiosità. Una biblioteca che non finisce mai: 40mila volumi più 1200 libri antichi. Il regista che è in me mi disse subito che non potevo perdere quell’occasione: così gli chiesi di “fare un po’ di cinema”, e di ripercorrere quel tragitto in mezzo ai libri per le telecamere».

Eco al Baff

Umberto Eco era stato ospite al B.A. Film Festival del 2010, quando salì sul palco del teatro Sociale insieme alla star di Hollywood F. Murray Abraham, uno degli attori protagonisti della celebre trasposizione cinematografica del suo primo romanzo “Il nome della rosa”, ma era anche stato in procinto di partecipare all’edizione del 2016, ma la malattia che se lo portò via ebbe il sopravvento. Così il documentario di Davide Ferrario dedicato all’immensa collezione libraria del grande semiologo diventa un modo per riportare Umberto Eco ad essere ospite del Festival. Grazie ai numerosi spezzoni di interviste che il regista bergamasco ha inserito nel suo lavoro. Chicche d’annata come «gli ipertesti faranno sparire quei libri che non hanno senso di esistere» oppure «l’insostituibilità sentimentale del libro».

Qualità culturale

Dopo il docufilm di Simona Ventura su Marco Pannella, quello dedicato a Umberto Eco è un altro omaggio ad un pezzo di storia del nostro Paese. Peccato che il cinema teatro Manzoni del quartiere San Michele non abbia risposto con un meritato pienone in sala: anche in questo caso vale il detto per cui “gli assenti hanno sempre torto”.

Da Barbara Ronchi al “Pojana”

Barbara Ronchi con Steve Della Casa

In apertura di serata, Steve Della Casa e la co-direttrice Paola Poli hanno consegnato il premio come miglior attrice a Barbara Ronchi, «riconoscimento a una carriera intensa, notevole e ricca di sorprese». L’attrice romana, popolare in tivù nel ruolo di assistente del sostituto procuratore Imma Tataranni nell’omonima fiction Rai, ha lavorato già due volte con Marco Bellocchio, che sarà il superospite della serata di chiusura del festival, anche nel film “Rapito”, che sarà in concorso al festival di Cannes. «Ci tenevo molto ad esserci» ha affermato Barbara Ronchi. Stasera, 20 aprile, sarà invece la volta di un altro volto noto sul piccolo schermo, quello di Andrea Pennacchi, reso celebre dal suo personaggio del “Pojana” nella trasmissione di La7 “Propaganda Live”: l’attore sarà tra i protagonisti dell’anteprima del nuovo film di Luca Lucini “Le mie ragazze di carta”, alle 21 al cinema Fratello Sole.

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