Bello e blues: Tronzano Lago Maggiore è tra i paesi più ricchi d’Italia

TRONZANO LAGO MAGGIORE – La Svizzera è a un passo. Le sue montagne quasi si toccano se si allunga la mano e il suo respiro quasi si sente nel silenzio che regna. Ma per le strade di pietra del centro paese (poco più di 200 abitanti) e lungo quelle della frazione di Bassano (una ventina i residenti e appena sopra i 500 metri di altitudine sul livello del mare) si sente profumo di Lombardia.

«Siamo il presidio di questo territorio»

Sarà per cielo terso e manzoniano della giornata, o per i parcheggi marchiati con la Rosa Camuna; o forse per la parole del sindaco Antonio Palmieri (a destra nella foto), che su queste strade viaggia con il Defender: «Per chi abita qui vivere, amministrare e presidiare il territorio sono la medesima cosa», ma anche per le opere realizzate dalla sua amministrazione: sta di fatto che a Tronzano la concreta laboriosità lombarda ti accoglie e ti conquista. Semplice, ma solida, come la pietra che lastrica le strade o fa da muro alle case. Millenarie convinzioni incarnate nell’ultra secolare campanile romanico della graziosa chiesa di Bassano.

Anima blues. Qui è passato Bowie

Certo il soffio divino (o la mano della natura per chi non ha fede) ha fatto la sua parte. E che parte: affacci da meraviglia sul Verbano solcato da una vela anche in questo abbrivio d’inverno; i colori di un autunno che non ha voglia di spiantare le tende e, a fare da sfondo, la catena delle montagne, quelle vere, già innevate. Già svizzere. Ma anche l’uomo che abita queste terre ha avuto (e continua ad avere) il suo da fare per custodire il bello.

Da Varese, arrivare qui, è quasi un viaggio. Immaginate da Marnate (piccolo centro della Valle Olona a due passi da Busto Arsizio), paese dove l’assessore Celestino Cerana è stato sindaco prima di dedicare il suo tempo alla vita amministrativa di Tronzano, la sua “seconda patria”. Eppure appena lasci l’auto ed entri nell’unico bar, capisci subito che la strada fatta ne è valsa la pena. Lo sa bene la famosa cantante blues Dana Gillespie, che qui ha una casa e passa buona parte l’anno. «Abbiamo avuto – dice il sindaco con orgoglio – ospite anche David Bowie in passato».

Il segreto della ricchezza

Ma non è per questo che Tronzano è uno dei paesi più ricchi d’Italia. Le casse del Comune sono in salute e lo dimostrano le opere realizzate e in cantiere per un totale di 1 milione e 200 mila euro. Mica cattedrali nel deserto. Anche perché qui l’unica desertificazione che si rischia è l’insediamento umano invernale. In primavera ed estate la musica cambia. Lavori pubblici che vogliono mettere pace tra uomo e natura, ma anche tra uomini. E così davanti all’unico bar puoi vedere il nuovo campo bocce e un bellissimo parco giochi. «Per i nostri bambini che sono pochi, ma anche per quelli dei turisti che qui hanno la seconda casa». E ancora: terrazzamenti per tenere su la montagna e una mulattiera trasformata in una passeggiata che collega Pino e si affaccia sul Lago, ma che in caso di necessità diventa “via di fuga” alternativa alla provinciale che sta sotto e dal paese quasi manco la vedi.

Bello e fragile

«Nel 1993 – spiega il sindaco – qui c’è stata una frana e un morto. Ecco da allora tutte le amministrazioni hanno portato avanti interventi contro il dissesto idrogeologico. Questa montagna ha poca terra e tanta roccia. I boschi vanno curati e alleggeriti e se una volta ci pensavano i cittadini ora che sono sempre meno li deve programmare il Comune». Lavori non da poco se si pensa che dalla montagna scendono e attraversano Tronzano più di 40 corsi d’acqua, «che – dice continua Palmieri – rimangono asciutti 364 giorni l’anno, ma in poche ore possono diventare fiumi e portare distruzione».

Acqua, energie e ricchezza

Acqua che può portare distruzione, ma che se rispettata, qui porta ricchezza. Poiché il segreto delle casse comunali floride sta a valle: la Centrale Enel di Roncovalgrande (una parte sorge proprio sul territorio comunale). Senza dimenticare le seconde case dei turisti: «Per lo più tedeschi e svizzeri tedeschi che hanno preso una casa qui e si sono integrati. Basti pensare che durante la pandemia i nostri residenti stagionali hanno organizzato una raccolta fondi e donato al Comune 10 mila euro».

Il video reportage di Lorenzo Crespi