Busto, 4 associazioni e 263mila euro: Aut-Out, inclusione e autonomia per l’autismo

BUSTO ARSIZIO – Inclusione delle persone affette dai disturbi dello spettro autistico, quattro associazioni in campo con il progetto “Aut-Out”, con la regia dell’amministrazione comunale: grazie ad un finanziamento di Regione Lombardia da 263mila euro (su una spesa totale di 292mila euro), per due anni verranno realizzate una serie di iniziative per migliorare la qualità della vita e la socializzazione dei ragazzi. «Un progetto di cui siamo molto orgogliosi» rivela l’assessore all’educazione e alle pari opportunità Daniela Cerana, al lavoro sul tema in sinergia con la collega delegata all’inclusione sociale Paola Reguzzoni.

Il progetto

Il progetto “Aut-Out” è «uno dei quattro finanziati in provincia di Varese», come rivendica l’assessore Cerana: punta a sostenere iniziative per la realizzazione di «percorsi di inclusione sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, attraverso progetti innovativi che puntano a creare contesti inclusivi per tutti, sostenendo anche le famiglie che evidenziano forti livelli di stress, soffrono la solitudine, l’abbandono, la fatica quotidiana». In campo, a coprogettare e realizzare le attività, ci sono Carolina ODV, Liberi di Crescere, Aias Busto Arsizio Onlus “A.Tosi” e Triade Sos Autismo ODV. «Attività rivolte alla cittadinanza in forma totalmente gratuita» chiarisce Andrea Donati, che ha seguito la progettazione per l’assessorato.

Gli obiettivi

«L’obiettivo è supportare i ragazzi e le famiglie con percorsi che tendano all’autonomia» sottolinea l’assessore Cerana. Anche perché «i ragazzi sono tanti e le attività che svolgono devono essere inclusive e non selettive»: le diagnosi di disturbi dello spettro autistico sono arrivate a toccare un ragazzo su 48. «Dovremo convivere con numeri sempre più importanti e strutturare le città e i servizi per supportare queste persone – spiega l’assessore Reguzzoni – sono due i temi da affrontare: la qualità di vita indirizzata all’autonomia, anche per garantire il “dopo di noi” ai loro genitori, e supporto concreto nel momento critico della diagnosi, dove le famiglie vivono sentimenti di paura, isolamento, a volte vergogna, che nel 2023 non dovrebbero più esistere».

Le azioni

Carolina Odv, l’associazione presieduta da Enza Cardinale che si occupa di pet therapy, riproporrà in tutti gli istituti comprensivi di Busto il servizio di educazione all’accudimento e alla presa in cura degli animali già avviato alle scuole Pertini con 5 ragazzi autistici: un’ora a settimana per tutto il periodo scolastico per due annualità. «Un’esperienza positiva» secondo l’assessore Cerana.

Triade SOS Autismo è un’associazione di famiglie che «supporta l’affiancamento dei ragazzi con attività ricreative, sportive e di socializzazione a completamento delle terapie e della fase scolastica, con progetti educativi nel tempo libero per tutti i pomeriggi della settimana», come spiega Elena D’Orazio. Verranno proposti giochi, laboratori e attività sportive (golf, nuoto, baskin, nordic walking, atletica) ma anche momenti di autonomia (attività domestiche, igiene personale e gestione di piccole spese) e settimane di vacanza lontano dalla famiglia. «Puntiamo a raggiungere anche le famiglie che non sono in contatto con le associazioni, per raggiungere i ragazzi che vivono in una situazione di isolamento».

Liberi di Crescere metterà in campo progetti che mirano a far sì che i ragazzi autistici possano «sperimentarsi – sintetizza Christian Ragusa – in un gruppo di amici o di pari», insieme a volontari della stessa età e con il supporto di terapisti e psicologi. Attività come bowling, cinema, acquapark, nuoto e calcio, con una squadra che gioca nel campionato di sesta categoria: «Strumenti per relazionarsi e vivere al meglio la quotidianità della vita, non solo a casa e con i genitori».

Aias sfrutterà «l’occasione di “Aut-Out” – come annuncia il direttore generale Alessandro Valtolina – per potenziare le attività» che vengono svolte al di là di quelle “core” delle terapie di riabilitazione. Tre i filoni: negli asili nidi verranno svolte attività di «supporto al personale educativo nell’acquisizione di competenze per l’osservazione strutturata dei bambini nella fascia 24-36 mesi al fine di individuare i campanelli d’allarme di una possibile diagnosi di autismo», sulla scorta di un progetto pilota su due scuole che ha dimostrato di funzionare. «Busto è all’avanguardia – sottolinea Valtolina – è tra le prime città d’Italia a coprire quasi tutta la popolazione con questo screening». E ancora, la formazione degli animatori degli oratori e dei centri estivi per sapere come comportarsi con i ragazzi autistici, ma anche attività di alternanza scuola-lavoro (PCTO) per il supporto all’inserimento lavorativo di soggetti autistici ad alto funzionamento alle soglie della maggiore età.

L’appello

La speranza dell’assessore Paola Reguzzoni è che «duri più di due anni», con un appello ai privati che gestiscono i camp estivi: «Tutti in città devono fare lo sforzo di includere i ragazzi con disturbi dello spettro autistico».

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