Busto, alla Provvidenza riapre il Centro Diurno. «Completamente rinnovato»

BUSTO ARSIZIO – Il Centro Diurno dell’Istituto La Provvidenza riapre dopo oltre due anni di stop per la pandemia. Completamente diverso da prima: più integrato nella filiera dei servizi e più aperto, anche a pazienti con lieve e moderata demenza. Sarà in funzione dal lunedì al venerdì, con 30 posti a disposizione degli utenti, a partire da lunedì prossimo, 14 novembre. Sabato mattina, 12 novembre, il rinnovato Centro Diurno sarà invece visitabile liberamente da tutti i cittadini, nel corso di un “open morning” dalle 10 alle 12, con porte aperte all’ingresso di viale Duca d’Aosta.

La ripartenza

«La ripartenza dei servizi territoriali che purtroppo erano stati chiusi per il Covid», come la definisce il direttore de “La Provvidenza” Luca Trama, è un altro segnale del graduale ritorno alla normalità dopo i travagliati anni della pandemia. «Abbiamo ancora qualche caso Covid, ma oggi riusciamo a gestirli» rivela il direttore. «Questa è una seconda inaugurazione anche perché il Centro Diurno è completamente diverso e rinnovato. La Provvidenza ha investito risorse su questo fronte, con figure dedicate». Ad occuparsi del centro c’è ora l dottoressa Chiara Mazzetti, alla guida di una «equipe nuova, che ha esperienza specifica in questo ambito».

Il Centro Diurno

Il rinnovato Centro Diurno sarà «un luogo di incontro per le famiglie», ma anche «il fulcro dei servizi territoriali per la risposta ai bisogni delle persone» anziane, e un elemento «essenziale in quella fase intermedia della presa in carico tra la domiciliarità e la RSA». La novità è «la logica orizzontale», come spiega Chiara Mazzetti, che permetterà di «dare risposte flessibili al variare del bisogno. Personalizzate e appropriate». E integrate a seconda delle esigenze, con altri servizi come la RSA aperta. Le sale del Centro hanno spazi diversi e flessibili, per accogliere diverse tipologie di utenza.

La rete

Infatti il vicepresidente dell’Istituto Guido Belloni parla di «una giornata importante», per quello che è «un traguardo che aggiunge un tassello al ventaglio di servizi offerti alla comunità». A salutare la ripartenza del Centro Diurno c’erano il presidente della commissione sanità del Consiglio regionale lombardo Emanuele Monti, il direttore sociosanitario Ats Insubria Ettore Presutto e il direttore sociosanitario di ASST Valle Olona Marino Dell’Acqua, oltre all’assessore all’inclusione sociale di Busto Paola Reguzzoni. Tutti concordi nell’elogiare «il lavoro importante» compiuto dall’Istituto di via San Giovanni Bosco, ma anche la necessità di fare rete sul tema dell’assistenza agli anziani.

Le riflessioni sul futuro

E se Emanuele Monti valorizza «il lavoro importante anche in termini progettuali e di innovazione» dell’Istituto La Provvidenza «un valore aggiunto che nasce da una storia che è modello di assistenza, e su cui fare leva anche in futuro», la riapertura del Centro Diurno diventa un’occasione per ragionare sui crescenti bisogni assistenziali per la terza età. Marino Dell’Acqua mette in luce la necessità di «mappare il bisogno sul territorio, intercettarlo e mettere insieme le risorse, coordinandole, per dare risposte», mentre Ettore Presutto ricorda che i CDI sono «una risorsa indispensabile per fare da cerniera tra assistenza a domicilio e RSA» ma anche «il primo punto della presa in carico».

Emergenza famiglie

«Ero presente già alla prima inaugurazione del 2015 – ricorda Paola Reguzzoni, assessore all’inclusione sociale – dal punto di vista socio-assistenziale, sono stati anni tremendi per tutti, ma ancor di più per gli anziani isolati: qualsiasi attività di ripresa dei rapporti sociali assolve un bisogno che con il Covid è cresciuto in modo esponenziale». In quest’ottica «servono servizi di sostegno alle famiglie, che fanno fatica a sostenere il peso della residenzialità». E per il futuro l’assessore guarda dall’altra parte del viale Duca d’Aosta, dove sorgeranno gli appartamenti di housing sociale all’ex Borri, invitando La Provvidenza a raccogliere la sfida. «Siete sempre un faro che ci illumina e spero che questa sia unaa ripartenza per tante iniziative che è urgente fare assieme».

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