Busto, Gino e il lamento dei ristoratori: «Fateci lavorare, non siamo noi gli untori»

busto gino savino capri

BUSTO ARSIZIO – «Ci hanno fatto chiudere, ma i contagi sono aumentati lo stesso. Non siamo noi gli untori. Vogliamo tornare a lavorare. Nel rispetto delle regole come del resto abbiamo fatto in tutti questi mesi di pandemia nei periodi che ci hanno permesso di restare aperti». Sale forte la voce dei ristoratori della provincia di Varese. Rappresentata in questo caso da Gino Savino, proprietario del ristorante pizzeria Capri e membro del consiglio di Fipe. «Non vogliamo assumere iniziative eclatanti per evitare di esasperare ancor di più gli animi – continua Savino – ma non si può nemmeno pensare di andare avanti in questo modo».

I go and stop

Gino Savino parte da quanto accaduto gli ultimi due giorni: «Ci hanno fatto aprire, ora siamo di nuovo chiusi per questo fine settimana. Mi chiedo se chi ci governa si rende conto di cosa significhi far ripartire un’attività di ristorazione per due giorni e poi fermarla di nuovo. I nostri prodotti non sono calzini. Trattiamo alimenti, dobbiamo rifornirci ogni volta e garantire la freschezza del prodotto. Insomma non è una passeggiata. Ma la cosa sembra non interessare».

Accanimento sulla categoria

Savino parla di accanimento contro la categoria della ristorazione: «Come altro posso definire ciò che da un anno a questo parte ci sta capitando? Abbiamo sempre rispettato ogni decreto, abbiamo investito soldi per metterci in regola e poter lavorare. Abbiamo “rimpicciolito” i nostri locali, ci siamo adattati all’asporto e alle consegne a domicilio. E nonostante questo siamo tra le categorie più penalizzate. La prima a cui viene imposta la serrata».

Disparità di trattamento

«La cosa che davvero non si capisce sono i due pesi per due misure – continua Savino – Noi ristoratori dobbiamo fare attenzione al numero di ingressi, misurare la temperatura, prendere nomi, cognomi e numeri di telefono dei clienti e ridurre i coperti. Nella grande distribuzione e nei centri commerciali invece si entra in massa, nessuno chiede nulla ai clienti e ci sono supermercati che nemmeno usano il termoscanner automatico. Eppure quelli che costringono a non lavorare siamo noi ristoratori».

Non siamo gli untori

Il rappresentante di Fipe si guarda indietro: «Durante il primo lockdown è stato davvero pesante, però, diciamo, il virus ha di fatto travolto tutti in maniera inaspettata. Ma credo che da quanto accade si debba imparare e cercare anche altre soluzioni. Troppo facile chiudere i pubblici esercizi. In questa seconda ondata ancora una volta noi siamo stati colpiti, eppure non mi sembra che i contagi siano diminuiti. I nostri locali non sono punti di contagio e credo che questo sia stato dimostrato. Eppure dobbiamo chiudere».

Cassetti che piangono e famiglie senza stipendio

E la questione non è solo di mancati incassi, stimati nel migliore dei casi attorno al 60%, ma anche di posti di lavoro: «E’ impensabile mantenere tutti i posti di lavoro. Queste chiusure prolungate hanno effetti pesanti sulla categoria, ma anche su tutta l’economia. E a questo giro non possiamo nemmeno dire “ci salverà l’asporto o il delivery”, poiché giustamente tutti si sono attrezzati quindi l’offerta è aumentata, ma è la disponibilità economica della clientela che è diminuita».

Gino Savino prova a guardare avanti, ma fa davvero fatica a vedere l’orizzonte sgombro di nubi. Nemmeno l’arrivo del vaccino riesce a essere la luce in fondo al tunnel: «E il perché è presto detto. Gli esperti dicono che questa situazione permarrà almeno fino a settembre, anche a campagna vaccinale conclusa. Ovvero altre 9 mesi, magari con una terza ondata da affrontare. Ecco, mi chiedo quanti ristoranti, bar, pizzerie, quando tutto sarà passato, avranno la forza economica per ripartire e riaprire.  Il rischio è che la nostra categoria venga uccisa non dal Covid, ma dalla mancanza di responsabilità da parte di coloro che potrebbero prendere scelte coraggiose e applicare controllo rigorosi nei confronti dei pochi che non rispettano le regole».

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