Omicidio Maltesi, Carol poteva essere salvata. La morte per sgozzamento

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BUSTO ARSIZIO – Prima presa a martellate, tre quelle che hanno raggiunto la teca cranica, poi è stata sgozzata. Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi dal vicino di casa e ex compagno Davide Fontana (reo confesso), è morta per dissanguamento. Non è escluso che la vittima possa aver avuto qualche istante di lucidità prima che sopraggiungesse il decesso e che si sia resa conto di quanto stesse accadendo.

Morta per dissanguamento

E’ quanto hanno testimoniato in aula oggi i medici legali che hanno effettuato l’esame autoptico dopo il ritrovamento dei resti della giovane. I due periti oggi, lunedì 5 dicembre, davanti alla Corte d’Assise presieduta dal presidente della sezione penale del Tribunale di Busto Giuseppe Fazio, hanno spiegato che ad uccidere la giovane sarebbe stata la lesione inferta al collo della donna da Fontana che è a processo per omicidio aggravata, distruzione e occultamento di cadavere.

Forse poteva salvarsi

Lesione inferta verosimilmente dopo le martellate alla testa.  Se dopo le martellate alla testa fosse stato tempestivamente richiesto l’intervento dei soccorsi, inoltre, ci sarebbero state «buone possibilità di evitare il decesso».

La sequenza dell’orrore

Il medico legale ha anche stabilito la sequenza esatta di quanto fatto da Fontana alla vittima: sgozzamento, depezzamento (il cadavere è stato fatto in 18 pezzi), congelamento (il cadavere a pezza è stato tenuto in un congelatore per due mesi), carbonizzazione (Fontana ha cercato di bruciare il cadavere a pezzi con un barbecue), scarnificazione (l’omicida ha tentato di sfregiare il corpo affinché) non potesse essere identificato.

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