BUSTO ARSIZIO – «Voi sapete che oggi (ieri, ndr) Bertolaso è andato a Gallarate. Ormai è come quel detto che c’è a Busto. Chi vusa…». “Chi vusa püsè la vaca l’è sua“. Chi grida di più si prende la vacca, per chi non mastica il dialetto. Il concetto – più chiaro di così non si può – lo ha espresso il sindaco Emanuele Antonelli in chiusura di consiglio comunale, ieri 30 maggio, nell’annunciare la prossima convocazione di una commissione servizi sociali e sanità, «alla presenza di qualche rappresentante di Regione Lombardia», per discutere a proposito dell’Accordo di Programma sul nuovo ospedale e della situazione attuale della sanità a Busto, in risposta alla sollecitazione delle opposizioni.
La mozione rinviata
La mozione, depositata dall’ex sindaco Gigi Farioli come primo firmatario, è finita “vittima” del prolungarsi della discussione (praticamente “fotocopia” rispetto a quella di 24 ore prima in commissione) sulla direttiva UE sulle “case green”. Esattamente come era successo a Gallarate settimana scorsa in consiglio comunale. Ma a Busto il rinvio del dibattito sulla sanità – «è un tema importante e merita ampia discussione» la motivazione della presidente dell’assemblea Laura Rogora quando l’orologio della sala esagonale segnava le 23.47 – è stato accolto favorevolmente in modo bipartisan, a partire dallo stesso Farioli. Concordando di discutere dell’argomento in commissione.
Busto in pressing, ma senza “vusà”
«Sto aspettando la firma famosa dell’Accordo di Programma, che è stato promesso che entro giugno-luglio viene fatta» sottolinea il sindaco Antonelli, prima di citare il detto dialettale per tirare la frecciatina ai “cugini” di Gallarate. «Ma io mi fido di quello che mi è stato detto dal presidente Fontana nell’ultima riunione in Regione e secondo me in questo momento non c’è bisogno di fare ulteriori “uscite” – ammette il primo cittadino – per sicurezza massima però facciamo la commissione e vorrei far venire qualcuno da Regione Lombardia, almeno ci dicono qualcosa di più perché altrimenti io dovrei dire le stesse cose e perderemmo tempo».