Discarica abusiva a Cadegliano Viconago: condannati due fratelli

CADEGLIANO VICONAGO – Un anno e quattro mesi di reclusione per aver occupato illecitamente un terreno, più nove mesi di arresto per aver violato il Codice dell’ambiente con una attività contraria alla legge. E’ la decisione del Tribunale di Varese che ha portato alla chiusura del primo grado di giudizio, con rito abbreviato, di uno dei diversi filoni processuali legati alla discarica abusiva scoperta nel 2020 dai carabinieri a Cadegliano Viconago, in un’area di circa tre ettari situata nei pressi del fiume Tresa e a pochi chilometri dal confine con il Canton Ticino.

I presunti gestori

Il giudice ha accolto la tesi del pubblico ministero rispetto al ruolo ricoperto nella vicenda dai presunti gestori del sito, due fratelli di 48 e 43 anni, condannati anche al pagamento di una ammenda di 7.500 euro. Decisivo per la Procura il materiale raccolto ascoltando testimoni e sorvegliando i movimenti attorno alla discarica, dove venivano conferiti rifiuti – anche pericolosi – provenienti da attività in ambito edile.

La tesi difensiva

Le difese, rappresentate dagli avvocati Simona Ronchi e Valentina Commisso, non ci stanno e annunciano il ricorso in appello. Secondo la tesi difensiva, l’occupazione del terreno risale al 1985, quando era il padre degli imputati – deceduto dopo il sequestro della discarica – ad occuparsi dell’area. E rispetto alle accuse i due uomini finiti a processo non avrebbero responsabilità.

Riti alternativi

Sono in tutto nove le persone rinviate a giudizio per i fatti riguardanti la discarica abusiva: sette italiani – tra cui i due uomini appena condannati – un turco e un albanese. A livello processuale le loro posizioni hanno preso strade diverse, tra rito ordinario e abbreviato, messa alla prova e patteggiamento. Un imputato, inoltre, ha ottenuto l’estinzione dei reati dopo il pagamento di una ammenda e la bonifica di una parte dell’area impiegata come discarica.

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