Violenza sulle donne e omertà, il no di Cairate con la mostra “I muri del silenzio”

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Da sinistra a destra: Mjriam Bon, Anna Pugliese, Giusy Versace, Cristina Riganti e Rudy Collini

CAIRATEUna serie di ritratti fotografici che, tra volti noti e meno noti, imitano le pose delle tre scimmiette giapponesi che non vedono, non sentono e non parlano. L’obiettivo di “I muri del silenzio” è sensibilizzare riguardo al problema dei comportamenti di omertà che contribuiscono a celare i casi di violenza sulle donne: la mostra con gli scatti di Mjriam Bon, che si potrà visitare nella suggestiva cornice del monastero di Cairate fino al 31 gennaio, è stata presentata oggi, venerdì 17 dicembre, dalla deputata e atleta paralimpica Giusy Versace, dal sindaco Anna Pugliese, da Cristina Riganti, vicepresidente di Terziario Donna di Confcommercio e da Rudy Collini, presidente di Uniascom Varese.

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Frugando tra le foto nei cassetti

«È Mjriam la vera anima del progetto, che è nato frugando tra le foto nei suoi cassetti. Il parterre è stato poi rimpolpato», ha ricordato Versace. «Anche questa mattina – ha aggiunto – è arrivata una notizia terribile, quella delle persone a Palermo sottoposte a violenze dalla onlus che invece avrebbe dovuto prendersene cura. Mi è giunta anche la voce, riguardo a questi centri, di disabili violentate. Con una ragazza che è stata trovata addirittura incinta: non era in grado neanche di raccontare come fosse stato possibile, figuriamoci di denunciare. A volte quindi, per proteggere le persone, bisogna farsi anche un po’ i fatti degli altri».

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Il libro in edizione limitata

Versace ha riservato un ringraziamento particolare a Confcommercio per il supporto concreto dato all’iniziativa con fondi e prenotazioni di libri. Così come concreta è l’azione che si propone “I muri del silenzio”: «Vogliamo rendere l’esposizione itinerante e portarla nelle scuole», ha proseguito Versace. «Inoltre è possibile avere il volume che raccoglie le foto, stampato in seicento copie, contattando via e-mail l’indirizzo info@imuridelsilenzio.it e offrendo una donazione minima di 35 euro. A fine anno tireremo le somme: il denaro ricavato sarà utilizzato per aiutare le donne vittime di violenza, un fenomeno che non si ferma, non conosce festività, e di cui bisogna continuare a parlare».

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L’opera di sensibilizzazione

«Il progetto è nato tanti anni fa, prima della pandemia, ma non era definito», ha commentato Bon. «Ringrazio perciò l’opera di Giusy, amica e guerriera piena di forza che per me è una scoperta infinita: ha reso possibile questa esposizione che, nella forma della mostra e del libro, vogliamo portare ovunque per sensibilizzare sulla tematica. Nelle scuole abbiamo incontrato reazioni toccanti da parte dei bambini, che non fanno caso alle discriminazioni e non vedono differenze tra uomo e donna». «Già quattro anni fa avevamo iniziato un nostro percorso di sensibilizzazione su questa tematica: siamo contenti di essere stati scelti per questa iniziativa», ha dichiarato Pugliese. «Sebbene Cairate sia un piccolo centro che conta circa 8mila abitanti, questo tipo di fragilità sociale non è così distante come si immagina».

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Pinky a viso aperto

“I muri del silenzio”, che ha come sponsor Ascomfidi e l’Istituto Clinico San Carlo, si svolge in collaborazione con la sezione di Somma Lombardo dell’Associazione Nazionale Carabinieri e proseguirà per tutto il mese di gennaio con apertura tutti i weekend, al mattino dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30. Tra le foto appaiono i volti di Lorella Cuccarini, Maria Grazia Cucinotta o Alberto Matano ma anche quello di Pinky, l’unico scoperto che, mostrando i segni del tentativo del marito di darle fuoco in pubblico, testimonia, nonostante tutto, “io esisto”.
«No all’omertà e no al silenzio», ha sottolineato Riganti. «Rappresento le imprenditrici ma oggi sono qui in primis per le donne che chiedono rispetto, giustizia e l’abbattimento dei muri del silenzio». Collini ha ricordato come nel terziario la quantità di imprese guidate da una donna corrisponda a quasi il cinquanta per cento del totale: «Spesso capita che la gente intrattenga con gli esercizi commerciali locali rapporti quasi familiari, intimi e personali: alla luce di quest’opera di sensibilizzazione, svolgono un servizio sociale e sono fondamentali come presidio per il territorio».

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