CAIRATE – Michele Caglioni, 20 anni di Cassano Magnago, sarà interrogato in carcere domani, giovedì 4 aprile, dal pubblico ministero Francesca Parola, che coordina le indagini sull’omicidio di Andrea Bossi, consumatosi nella notte tra il 26 e il 27 gennaio nell’abitazione della vittima in via Mascheroni a Cairate.
La versione di Caglioni
Caglioni è stato arrestato, insieme a Douglas Carolo, 21 anni di Samarate, con l’accusa di omicidio volontario in concorso un mese dopo l’assassinio. L’11 aprile, sempre in carcere, sarà invece sentito Carolo. Il 21enne ha chiesto di essere ascoltato dal Pm dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip perché “in stato di forte confusione e quindi non in grado di rilasciare dichiarazioni”. Caglioni, al contrario, davanti al Gip si era difeso spiegando di non conoscere Bossi e di non sapere niente di quello che sarebbe accaduto quella sera. Caglioni, questa la versione del 20enne, avrebbe accompagnato Carolo a Cairate in monopattino aspettando sulla strada mentre Bossi e Carolo si incontravano. Caglioni ha spiegato di essere entrato nell’appartamento solo dopo, ad omicidio avvenuto, e di ave trovato il 26enne morto.
Carolo sarà sentito a metà aprile
Sempre lui avrebbe collaborato facendo ritrovare ai carabinieri un posacenere utilizzato, secondo l’accusa, per stordire la vittima, un bicchiere, il cellulare fatto a pezzi di Bossi e due mazzi di chiavi dell’appartamento del 26enne. Bossi fu ucciso con un colpo di coltello al collo (l’arma non è stata trovata) e poi rapinato di alcuni gioielli. Preziosi in parte ritrovati e in parte venduti ai Compro Oro come attestano quattro ricevute trovate dagli inquirenti.
Per contro anche Carolo, con i suoi legali, si è sempre professato innocente dichiarando di essere altrove, a casa di un amico (quindi avrebbe un alibi da verificare) mentre Bossi veniva ucciso.