Candidati sindaci in fuga, ecco il terzo mandato

sindaci terzo mandato

di Gian Franco Bottini

Avendone parlato anche il ministro Giancarlo Giorgetti, lo possiamo considerare un problema oramai generalizzato e conclamato. Parliamo della difficoltà di reperire candidati alla carica di sindaco;  cittadini disponibili a proporsi per le prossime elezioni comunali, che vedranno coinvolta anche circa la metà dei comuni della nostra provincia di Varese.

Fino a poco tempo fa si diceva che la ragione di tale crescente disaffezione potesse essere il poco “dignitoso” riconoscimento economico per un incarico colmo di responsabilità e spesso così impegnativo da non consentire (particolarmente nelle città di una certa dimensione) altre attività. Oggi il problema economico è stato giustamente e più che dignitosamente rimosso e quella che si presenta ci pare essere più una carenza di “adeguate capacità” che non di quantità.

Il problema di qualità non è nuovo perché, con tutto il rispetto per chi si impegna per la cosa pubblica, l’inadeguatezza di molti sindaci, soprattutto in piccole realtà, appare già oggi evidente anche nella nostra provincia. Per non parlare, sempre con il dovuto rispetto, di Giunte e Consigli Comunali: la voglia di apparire e, in certi casi, di crearsi una “posizione” non manca, ma l’adeguata qualità è altra cosa. Si parla chiaramente in senso generale, ma  forse non sarebbe tempo sprecato se tutti si consentissero una riflessione su quanto affermava la buon’anima di Churchill. “Un politico è tale quando comincia a pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni”

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Gian Franco Bottini

Per sopperire a tale carenza si propone un Terzo mandato per i sindaci che stanno ultimando il loro secondo, ricordando che la proposta si riferisce unicamente ai comuni con più di 5.000 abitanti, essendo il Terzo mandato già in essere per quelli al di sotto. Un terzo mandato servirebbe quindi a colmare la carenza di candidati decorosamente proponibili; così come la chiamata (volontaria) dei pensionati quella della carenza di medici ospedalieri; o il ricorso di Bertolaso all’estero per far fronte alla mancanza di infermieri; o la richiesta di “mettersi a disposizione” per i posti di supplenza (spesso per l’intero anno e spesso senza alcuna esperienza) per ricoprire i posti di insegnamento vacanti.

Tutti questi casi hanno un filo rosso che li unisce: si cerca di tamponare una falla ma non si intravede mai una chiara soluzione della causa che l’ha provocata. Una causa (che potremmo anche chiamare errore) che non  nasce oggi ma che viene da lontano nel  tempo, diversa per ognuno dei casi citati.

Nel caso del “terzo mandato” la causa del problema è  unicamente la medesima per la quale la partecipazione dei cittadini al voto è via via crollata a livelli non molto tempo fa  impensabili. La politica da tempo non crea più passione; soprattutto nei giovani che dovrebbero rappresentare quel ricambio generazionale del quale oggi si sente la mancanza. La passione è un sentimento che, come tale, nasce spontaneo ma che qualcosa o qualcuno deve essere in grado di suscitare.

Il discorso sarebbe lungo e complesso ed è stato recentemente affrontato con la consueta franchezza dal Procuratore Gratteri il quale, dopo una lunga disanima, ha concluso con una frase demoralizzante e che vorremmo, ma non possiamo, definire lontana dalla realtà:” Ai ragazzi oggi interessano i soldi. Un professore con la Fiat è uno sfigato, il cafone con il Suv è un esempio”. Se questa affermazione fosse vera non sarebbe certo colpa dei ragazzi!

Ritornando al Terzo mandato le opinioni in proposito latitano e pare una delle tante questioni messe in campo per stornare l’attenzione, anche dei partiti, su una deludente legge finanziaria. L’opinione potrebbe essere positiva se si pensasse alle esigenze contingenti legate ai molti cantieri PNRR per i quali, date le severi scadenze, la possibilità della continuità nella loro conduzione sarebbe sicuramente più  opportuna  rispetto ad un eventuale cambio “in corsa” di una amministrazione, con gli inevitabili  e fisiologici rallentamenti.

Di contro un Terzo mandato, per un sindaco già in carica da 10 anni, rallenterebbe ancor di più quel ricambio, soprattutto generazionale, del quale vi è assoluta necessità, procrastinandolo per altri 5 anni. I partiti, prima di esprimersi, più che una obbiettiva valutazione misureranno il loro attuale consenso che, in moltissimi casi, è ben diverso di quello di cinque anni fa. FdI pare l’unico partito che ne  trarrebbe vantaggi in termini di numero di sindaci espressi, tutti gli altri partiti paiono in perdita e la cosa, soprattutto nella coalizione di centro destra, renderà difficile una opinione condivisa. Questa, in pratica, è la ragione per la quale oggi è assai difficile prevedere come la questione si concluderà.

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