Indagini a Cassano, Lega e Pd attaccano. Ma la giunta parla solo in seduta segreta

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CASSANO MAGNAGO – C’è soltanto un modo per i cittadini di Cassano Magnago per conoscere qualcosa di più in merito alle perquisizioni della Guardia di finanza risalenti allo scorso 30 ottobre e alla relativa indagine che vede coinvolti, tra gli altri, il sindaco Nicola Poliseno, il vice Osvaldo Coghi e l’ex presidente di Sieco Antonio Frascella. L’unico modo è attendere il 15 dicembre, termine ultimo per l’esecutivo di rispondere in forma scritta alle 11 domande  contenute nell’interrogazione del Pd. Perché questa sera, 27 novembre, la maggioranza ha deciso di parlare ma soltanto in seduta segreta, proprio come durante l’inchiesta Mensa dei poveri. Allora si chiusero le porte di Villa Oliva, stavolta – con il consiglio in videoconferenza a causa del Covid – staccando la diretta streaming. Ma la sostanza non cambia.

Non siete credibili

Durante le comunicazioni iniziali, con il pubblico ancora collegato, la Lega è passata all’attacco. «E’ poco credibile affermare che, con una perquisizione domiciliare e il sequestro del telefono del Sindaco, non si conoscano i capi di imputazione», ha detto Giovanni Battistella. «Nessuno si è premurato di rivolgersi alla Procura per avere chiarimenti e precisazioni? Questo non può essere credibile. Non siete credibili».
Il capogruppo della Lega non crede nemmeno alle prime spiegazioni date in merito al capannone del vicesindaco Coghi dato in affitto per 900 euro mensili all’azienda municipalizzata Sieco: «Nella commissione il Sindaco ha anche detto che l’utilizzo del capannone dell’Assessore Coghi è stato necessario per motivazioni di necessità e di urgenza, poi, però, si scopre che era stato stipulato un contratto in essere da ben quattro anni, sciolto solo da poco; considerazione del Sindaco contraddittoria visto l’emergere di detto regolare contratto. Anche su questo si attendono chiarimenti, in quanto ciò dimostra come le intenzioni siano di sottacere ad oltranza».

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Infine l’affondo politico: «Giustizia e giustizialismo non vanno assolutamente confusi, siamo d’accordo, ma non si può sempre e comunque aspettare il terzo grado di giudizio, specie quando si è colpiti da capi d’accusa gravi e si occupano posti di grande responsabilità nella gestione della “cosa pubblica”. Si continua a dirigere la macchina amministrativa tra il silenzio generale. Ci dispiace, ma non è più accettabile. Questo sistema, questa amministrazione, non reggono più».

Le risposte ai cittadini

Il segretario del Pd Tommaso Police ha ricordato che il 15 dicembre è il termine ultimo per ottenere risposta scritta alla interrogazione presentata dal suo gruppo. «Sono 11 domande a cui chiediamo risposte nero su bianco, sono risposte che non dovete solo a noi ma alla città intera». Ai dem, dunque, l’onere di divulgarle ai cassanesi, ancora una volta espulsi – seppur virtualmente – dal Comune, quella che dovrebbe la casa di tutti.
Durante il suo intervento ha definito «indecorose» le informazioni emerse finora relative al contratto di locazione di Sieco con l’azienda del vicesindaco Coghi. «Dal 2016 a oggi nessuno ci ha mai messo al corrente di quella situazione e delle motivazioni che hanno portato Sieco a prendere in affitto proprio quei locali, nei bilanci di Sieco approvati in questi anni in consiglio comunale non è mai stata esplicitata questa voce nel dettaglio e per me è una grave inadempienza. Per non parlare della durata di quel contratto, 6 anni con tacito rinnovo (guarda caso la scadenza era programmata per il 2022) come se fosse una questione completamente tra privati. Anche di questa vicenda siete chiamati a rispondere nell’interpellanza. Ci sarà da capire cosa ha portato il nuovo amministratore Giordani ad interrompere quel contratto a giugno di quest’anno. In ogni caso lo ringrazio, probabilmente si sarà accorto di questa evidente anomalia».
Il centrosinistra ha rivolto infine un appello ai consiglieri di maggioranza, impassibili nonostante nell’ultimo anno e mezzo le indagini giudiziarie abbiano coinvolto numerosi esponenti di spicco del centrodestra cassanese: «Ma è possibile che voi non avete mai nulla da dire in merito?». L’unico a rispondergli è stato Massimo Zaupa, che ha detto: «Io per le strade della mia città giro a testa alta».

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