Centrodestra assente in Consiglio a Legnano per polemica con la maggioranza

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LEGNANO – Banchi del centrodestra deserti (nella foto) e nessun consigliere presente, neanche da remoto, questa sera, venerdì 24 settembre, nel primo dei tre Consigli comunali convocati a Legnano dopo la pausa estiva. Polemicamente assenti tutti i consiglieri di Lega, Fi, Fdi e della lista Toia Sindaco; unico rappresentante delle minoranze presente, collegato on line, il civico Franco Brumana.

L’atteggiamento del centrodestra è stato subito stigmatizzato dalla maggioranza e ha riportato alla memoria i Consigli di due anni fa, quando assenti erano le opposizioni alla maggioranza allora formata proprio dal centrodestra: assenze che, unite alle dimissioni di alcuni membri della maggioranza, causarono la decadenza del parlamentino cittadino.

Dito puntato sulla mancanza di trasparenza

All’origine del gesto, a quanto si apprende, la scarsa trasparenza più volte lamentata nei confronti del centrosinistra in merito ai documenti richiesti sugli atti ufficiali della Giunta. A questo si aggiungerebbe, come classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di lamentele e di rancori, l’invio tardivo dell’ordine del giorno della seduta, che sarebbe stato trasmesso solo oggi dopo essere stato pubblicato appena ieri sul sito ufficiale del Comune.

Nei giorni scorsi, ancora, le minoranze avevano lamentato il poco tempo a disposizione per esaminare gli argomenti all’odg di alcune commissioni, come i bilanci delle società partecipate dal Comune, prima che andassero in votazione. Fra i punti iscritti nell’agenda del Consiglio, che tornerà a riunirsi martedì 28 settembre, 13 interrogazioni e 14 mozioni degli stessi gruppi del centrodestra. Unica mozione votata (e approvata), quella presentata dai gruppi consiliari di maggioranza sull’accoglienza dei profughi afghani.

«Data imposta, protesta assolutamente necessaria»

In serata, gli 8 consiglieri assenti hanno sottoscritto una nota in cui definiscono «sofferta ma doverosa» la loro decisione. « Nel rispetto della responsabilità che ci appartiene – spiegano – riteniamo assolutamente necessario adottare questa forma di protesta. Dopo aver ripetutamente chiesto di programmare le date del Consiglio comunale secondo criteri condivisi con tutte le forze presenti in Consiglio, di minoranza e di maggioranza, e nel rispetto dei tempi dettati dai regolamenti, ci siamo trovati a dover subire, impotenti, un vero atto di forza. Nonostante la nostra esplicita e ripetuta contrarietà, la maggioranza e la segretaria generale del Comune hanno imposto la data del 24 settembre.

«Questa decisione non è supportata da alcuna esigenza operativa, non essendoci scadenze o adempimenti imminenti che impongano tale scelta. L’unica motivazione risiede evidentemente nell’esigenza di far valere i propri numeri, calpestando ogni forma di condivisione, di democrazia e di buona politica, lasciando spazio ad atteggiamenti basati sull’arroganza e sul pregiudizio».

Sì alla liquidazione di Accam

Durante la seduta, il sindaco ha ricevuto l’autorizzazione a votare nell’assemblea di Accam di sabato 25 la messa in liquidazione della società e la nomina del liquidatore. La procedura è stata pesantemente criticata da Brumana, per il quale “è notorio che in qualsiasi forma di concorso pubblico l’indicazione di un termine troppo breve è un espediente per eludere la trasparenza, la pubblicità e la regolarità della selezione del vincitore e precostituire le condizioni per favorire chi è già predestinato.

“Non si hanno prove di una macchinazione dolosa, ma quanto è accaduto solleva pesanti dubbi e perplessità. Ho chiesto al sindaco di votare contro la delibera e di non presenziare all’assemblea di Accam di sabato. Ho anche implorato i consiglieri di maggioranza a dimostrare per una volta un po’ di autonomia di giudizio e di compiere uno scatto di eticità, non prestandosi ad avallare una palese scorrettezza. Tutto è stato inutile perché i consiglieri di maggioranza si sono resi corresponsabili di una manovra moralmente inaccettabile”.

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