Colonie di Busto ieri e oggi: l’amarcord di Alassio e Aprica in un libro e una mostra

BUSTO ARSIZIO – “In colonia ieri…e oggi”: un libro, curato da Antonella Rabolini ed Ernesto Speroni, e una mostra del Festival Fotografico Europeo, allestita nella sala del ricamo del museo del Tessile, per un amarcord della storia delle colonie marine e montane del Comune di Busto Arsizio che guarda anche al domani, quello delle residenze di Alassio e Aprica che la città, orgogliosamente, «intende mantenere» come patrimonio per il futuro, come sottolinea il sindaco Emanuele Antonelli, in continuità con l’azione di rilancio avviata dal suo predecessore Gigi Farioli.

Riconoscersi nelle foto

In quelle foto in bianco e nero, pubblicate nel libro ed esposte nella mostra curata da Claudio Argentiero, ci sono personaggi noti e tanti altri bambini e ragazzi che potranno giocare a ritrovarsi e conoscersi, ora che sono diventati adulti. Nella copertina del libro, ad esempio, c’è una foto di un bambino in costume che è Antonio Tosi, il noto “Pedela”, e tra le autorità ritratte sulla terrazza della colonia di Alassio, in una foto della mostra, si riconosce l’indimenticato sette volte sindaco Gian Pietro Rossi. Ma ci sono anche scatti del mitico Caffè Roma di Alassio e del commendator Luigi Borri, il benefattore che donò un pezzo della collina di San Nicola di Alassio al Comune di Busto per realizzare la colonia “Sorriso dei Bimbi”, e sfogliando le pagine del volume edito da TraccePerLaMeta si scopriranno anche “chicche” come le immagini delle altre colonie oggi dismesse, quella di San Fedele d’Intelvi e quella di Ceresola di Berbenno.

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“In colonia ieri…e oggi”

Un’iniziativa nata quando Antonella Rabolini, insegnante alle scuole Bossi, trovò in un cassetto delle scuole Tommaseo un registro “Alassio 1956-57”, riferito alle classi miste delle scuole elementari nella colonia “Sorriso dei Bimbi”. Così, insieme ad Ernesto Speroni, la decisione di «raccogliere materiale, fotografie e ricordi, in parte nostalgici, in parte negativi, come quelli di chi andava in colonia per castigo, e molti positivi». Quelli di «tanti bustocchi oggi 50-60enni che hanno frequentato le colonie in vacanza, oppure come vigilatrici o come personale», insieme a quelli delle nuove generazioni che stanno vivendo la colonia di oggi, «diventata una casa vacanze». Materiale che è stato essenziale per il libro, pubblicato dalla casa editrice TraccePerLaMeta di Paola Surano, e per la mostra.

Le voci

«Le colonie di Alassio e Aprica rimangono per noi un asset fondamentale – rimarca l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini – due lasciti che utilizziamo soprattutto per i bambini svantaggiati, come i minori in carico ai servizi sociali o i bambini di Chernobyl dell’Aubam». Il sindaco Emanuele Antonelli ribadisce «l’importanza delle colonie, a cui le amministrazioni di Busto hanno sempre tenuto. E intendiamo mantenerle: grazie a questo libro potremo ricordarci del passato guardando al futuro».

«Un’operazione culturale e di ricerca storica, prima che editoriale – la definisce la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli – qui c’è tanta dell’identità della nostra città, dando concretezza ad un patrimonio immateriale affidato ai ricordi e al vissuto». Per l’ex sindaco e attuale assessore all’educazione Gigi Farioli è anche «oggetto di riflessione e stimolo sia per comprendere la storia sia per essere orgogliosi e consapevoli della concretezza delle scelte che Busto ha fatto, cioè di mantenere questo patrimonio e declinarlo per il futuro».

I bustocchi, ma non solo, tornano a scoprire le colonie di Alassio e dell’Aprica

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