Con i soldi del Recovery Fund nasce la Grande Varese: «Il futuro è già iniziato»

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VARESE – Progetti: avviati, da avviare o al momento nel cassetto. Crescita: delle imprese, del commercio, delle famiglie e dei servizi. E vision: di come potrebbe diventare la città, ma anche della costruzione di un ruolo che faccia di Varese, oltre che il capoluogo, una realtà protagonista su una scala territoriale più ampia e comunque baricentrica sull’asse Milano – Torino e all’interno di una regione geografica che comprende anche il Canto Ticino.

Linee, quelle sopracitate, contenute in un documento che qualche giorno fa è stata portato alla discussione della Cabina di regina di Palazzo Estense. Una quarantina di pagine che partono dal presente, provano a tradurre (anche sulla base dei finanziamenti del tanto dibattuto – e approvato – Recovery Fund) le oggettive difficoltà in opportunità di sviluppo e tracciano quella che lo stesso sindaco Davide Galimberti definisce «la Grande Varese del domani». Una doppia sfida. E per vincerla occorrono da un lato i progetti (e ci sono) e dall’altro i fondi del Recovery Fund (che dovranno ancora arrivare).

La Cabina di regia

Non solo Palazzo Estense con tutta la giunta. Ma anche gli attori varesini del mondo socio economico. Che qualche giorno fa, durante una riunione, hanno aperto un dialogo a 360° partendo da una prima analisi di un documento che fissa obiettivi e progetti. E traccia una road map, che prevede la trasmissione al governo di una prima versione delle richieste riguardanti la città di Varese; la condivisione al tavolo “guidato” dall’assessore alla partita Ivana Perusin; l’apertura di un processo partecipativo ad ampio raggio finalizzato ad accogliere idee, suggerimenti per poi arrivare, in primavera, ad avere un documento finale da sottoporre al governo. E l’ultimo step, con la disponibilità dei fondi, l’assegnazione delle progettualità identificate ai tavoli tecnici di competenza.

La Grande Varese

«L’emergenza e la crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo – spiegano il sindaco Davide Galimberti e l’assessore Ivana Perusin – si affrontano rispondendo alle esigenze immediate, ma anche progettando il domani. L’amministrazione, il tessuto socio economico hanno il dovere di progettare insieme il domani, ma soprattutto di investire i fondi europei che arriveranno sul nostro territorio per dare vita a progetti che abbiamo quale filo conduttore certamente la crescita e l’innovazione, sicuramente il miglioramento della qualità della vita, ma soprattutto una visione unitaria che possa davvero fare della città capoluogo una Grande Varese».

Le macro tematica

Sono sette le macro aree tematiche individuate anche sulla base delle missioni del Recovery plan e delle linee di finanziamento del Recovery Fund: dalla Rigenerazione del patrimonio pubblico e riqualificazione energetica degli edifici alla digitalizzazione come strumento per rendere competitivo il sistema. Passando per il “Verde di qualità” e il rapporto con i quartieri, le connessioni con Milano, lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, la realizzazione di un Hub di ricerca nel settore dell’automotive e la Cultura e il Turismo.

«Ambiti rispetto ai quali – continuano sindaco e assessore – ogni assessorato ha lavorato. Il documento che abbiamo presentato e sul quale ora attendiamo i suggerimenti delle parti sociali ed economiche, è frutto del lavoro di tutta la squadra di governo della città. E ora, dopo l’ultima riunione della cabina di regia, ci apprestiamo ad allargare il dibattito».

In concreto

Innovazione e connettività sono due temi portanti del documento. Basti pensare che il 20% del Recovery fund è destinato a progetti di digitalizzazione. Che nelle intenzioni di Palazzo Estense si tradurranno sia sugli edifici scolastici, per i quali sono previsti anche interventi di ammodernamento strutturale, sia su quelli pubblici che sull’intera città con il potenziamento della fibra, ma anche della connessione wi-fi gratuita in zone strategiche di Varese.

«Ma anche sviluppo economico – continua il sindaco Galimberti – che passa dal miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari con Milano, dal sostegno dell’imprenditoria, con particolare attenzione alla parità di genere e alle imprenditrici e che si tradurrà anche nell’importante progetto che interesserà il quartiere Valle Olona con la realizzazione di un centro di ricerca sulla mobilità». Un progetto quest’ultimo che vede Varese baricentrica all’interno del cluster lombardo piemontese e che solo nella nostra provincia potrebbe diventare riferimento per oltre 200 aziende che in termine di lavoro hanno una ricaduta su circa 6 mila occupati.

«Senza dimenticare – conclude il primo cittadino – le aree tematiche legate ad Ambiente, Cultura e Turismo. Dove gli interventi previsti sono davvero articolati e, se vogliamo, interconnessi. Penso ad esempio al risanamento del Lago di Varese o alla valorizzazione dei parchi e tra questi sicuramente quello del Campo dei Fiori. Progetti che hanno da un lato una forte valenza ambientale, ma certamente una ricaduta sul fronte del turismo e quindi del sistema economico stesso».

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