Debutto da sold out per i Repubblicani di Reguzzoni: «Non vogliamo posti, ma riforme»

SOLBIATE OLONA – In 150 per il (secondo) debutto dei Repubblicani di Marco Reguzzoni. A otto anni dal primo tentativo, l’ex capogruppo della Lega bossiana fa sold out al Double Tree Hilton di Solbiate Olona e raccoglie un pubblico bipartisan per la presentazione di quello che vuole diventare «un movimento popolare di massa» per «passare insieme dalla sfiducia alla gioia» e cambiare l’Europa.

«Non siamo un partito»

«La risposta che avete dato questa sera mi rincuora molto – le parole di Marco Reguzzoni – senza un ministro, senza nessuno di famoso, vedere la sala strapiena vuol dire che c’è interesse nella politica, che non si può ridurre a Twitter». Ma dove vogliono andare i Repubblicani? «Non c’è tessera, non siamo un partito, ma siamo aperti a tutti. Dobbiamo partire con tutti, senza escludere nessuno». Però, assicura Reguzzoni, «non ci interessa uno spazio, non vogliamo posti, ma riforme per cambiare il sistema». Un obiettivo ambizioso, perché il rischio che ha di fronte l’Europa è «la fine della civiltà occidentale». E allora c’è bisogno di tornare in campo: «Oggi il tema non è più destra/sinistra ma chi lavora o chi non fa un tubo».

Le voci

Lo dicono anche gli imprenditori. L’ex presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi rimarca «la distanza siderale tra il mondo reale e quello della burocrazia», mentre il patron di Eolo Luca Spada è convinto che «rinnovare l’apparato statale è la chiave». C’è anche tanta politica attiva, con gli ex sindaci in prima linea. Il gallaratese Nicola Mucci invoca «principi saldi e uomini forti. Tutto quello che dobbiamo fare è già stato scritto, è già stato detto. Ci vuole il coraggio di farlo e gli uomini per farlo». Il bustocco Gigi Farioli sprona ad essere ambiziosi: «Occorre pensare in grande e sognare in grande».

Chi c’è e chi non c’è

Tra i curiosi in sala spicca il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini, con i consiglieri Alberto Barcaro (ex Lega) e Marco Colombo (FdI). Da Busto Arsizio ci sono i consiglieri comunali della Lista Antonelli Matteo Sabba e Alex Gorletta e quelli della minoranza centrista Gigi Farioli ed Emanuele Fiore, ma anche un ex consigliere del Pd come Walter Picco Bellazzi e una di Busto al Centro, Laura Alba, e ancora un ex assessore della Lega, Ivo Azzimonti e l’ex assessore “antonelliana” Paola Magugliani, oltre all’ex segretario del Carroccio Francesco Enrico Speroni e al presidente dell’associazione Libertas Paolo Della Vedova. Nutrita la pattuglia di presenti in arrivo dal centrodestra. Per Forza Italia ci sono il vicesegretario provinciale Simone Longhini, il coordinatore di Gallarate (ed ex sindaco) Nicola Mucci, il consigliere comunale Carlo Ceraldi, e dal Saronnese Giuseppe Anselmo e Marco Franchi. Per Fratelli d’Italia, oltre al gallaratese Colombo, anche il coordinatore di Lonate Pozzolo Francesco Carbone. Per Azione il gallaratese Giacomo Cattaneo. Niente leghisti: dopo la bocciatura del segretario provinciale Andrea Cassani nessuno se l’è sentita di sfidare il diktat. Mancano anche due dei membri più illustri del Direttivo dei Repubblicani: il consigliere regionale Emanuele Monti e il presidente di Finlombarda Andrea Mascetti. Un’adesione eccellente degli ultimi giorni all’associazione di Reguzzoni è invece quella di Fabio Lunghi, ex presidente della Camera di Commercio e fondatore del movimento “Concretamente”.

Gli “ex”

Dalla “vecchia” Provincia dell’epoca reguzzoniana si fanno vedere Luca Macchi, Roberto Borgo, Modesto Verderio (che aveva affiancato Reguzzoni anche nell’avventura del Grande Nord), Matteo Sommaruga, Annamaria Martelossi, ma anche Carlo Baroni (poi vicesindaco “ciellino” di Varese) e Bruno Specchiarelli (attuale vicesindaco leghista a Golasecca). Della vecchia Lega bossiana ricompaiono l’ex consigliere regionale Giangiacomo Longoni e gli ex deputati Giacomo Chiappori (dalla Liguria) e Marco Desiderati (dalla Brianza), ma anche Arianna Miotti (vicesindaco di Arcisate). Diversi invece gli imprenditori e i professionisti, tra i già citati Fabio Lunghi e Luca Spada ma pure Roberto Belloli, che da leader dei “Contadini del Tessile” fece tandem con Reguzzoni ai tempi della Legge 55 per la tutela della produzione Made in Italy.

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